«Chiediamo a tutti di unire i loro passi al nostro cammino per uno slancio di solidarietà”

MESTRE. Marcia per la pace ieri con partenza da via Piave e arrivo a piazzale Candiani. Il paese che crede nella giustizia, nella pace, nel garantire diritti umani a tutti ha sfilato per le vie di Mestre, tra bandiere multicolori e nastri che hanno legate le persone in un messaggio, comune, di pacifismo e accoglienza come alternativa concreta e fattibile al razzismo e alla intolleranza.

Almeno 200 persone si sono messe in marcia, chi dall’inizio e chi unendosi un poco alla volta, man mano che il corteo procedeva verso piazzale Candiani.

Ad organizzare la manifestazione 35 associazioni locali e nazionali. «Siamo semplici cittadini, gruppi e associazioni della società civile che non si rassegnano all’assordante silenzio degli indifferenti» hanno spiegato gli organizzatori della manifestazione diventata un appuntamento annuale del mondo del pacifismo mestrino e veneziano.

La manifestazione ha preso il via dal quartiere Piave, periferia centrale di Mestre, alle 16 con la lettura al negozio al civico 67, «senza veli» dei volontari di Amnesty International per denunciare le «atrocità commesse in Libia contro i migranti». Alle 18.30 il via alla marcia vera e propria lungo i marciapiedi «uniti gli uni agli altri come attraverso una corda come segno di unione dell’umanità che solo unita e solidale può permettersi di affrontare il futuro».

La manifestazione si è conclusa in piazzale Candiani con un il concerto “Voci di Pace” che ha visto alternarsi ben quattro cori (Coro Voci dal Mondo, Coro degli Imperfetti, Piccolo Coro di Marghera, Coro Soul Liberation Cultural Gospel) e la esibizione del duo delle “Storie Storte” che ha concluso la giornata di mobilitazione.

«Chiediamo a tutti di unire i loro passi al nostro cammino per uno slancio di solidarietà – aveva spiegato attraverso il nostro giornale il portavoce della marcia per la pace, Bernardino Mason – verso gli scartati e i senza futuro, in particolare i profughi che arrivano in città e per ricordare che, come dice la costituzione “ l’Italia ripudia la guerra”.

Per questo, con le bandiere della pace vogliamo attraversare la nostra città di Mestre e ripetere “Non in mio nome”»