LE SCOPERTE DEL ‘TEMPO LENTO’

Tra una call di lavoro, il cercare un’idea per la cena, il far fare  doccia e nanna ai bambini mi accorgo che queste giornate sono di particolare intensità.   

In famiglia è stata una settimana un po’ impegnativa: mia suocera ha avuto la febbre e abbiamo dovuto attivare la procedura per il Covid dal momento che il marito aveva avuto contatti con persone risultate positive. Poco dopo anche a me è salita la febbre fino a 38 ed in poche ore lo scenario della mia e nostra vita è cambiato e mi ha costretto a rivolgere l’anima a Gesù. Ho compreso che Lui mi ‘chiamava’ a  rimettermi dritta di fronte a lui. 

Qualche giorno di sospensione finché tutto è rientrato nella normalità, nessun contagio…però devo dire che a casa nostra c’è stato uno sprint nell’amore, una ripartenza. 

Questo ‘tempo lento’ mi fa riscoprire la donazione completa e quotidiana al ‘fare famiglia’, in ogni contesto. 

Questo ‘stare’ coatto mi richiede una grande creatività nell’amore. Per esempio per i bimbi che sentono il peso di stare tutto il giorno in un paio di stanze, per mio marito che prova a lavorare da casa e contemporaneamente a donarsi nelle cose di casa …. Mia sorella tra un mese partorisce e hanno chiuso la maternità. Siamo lontane ma vogliamo essere unite nel vivere il vangelo.

Suona il campanello, apro la porta di casa e trovo la confezione di mozzarelle che mi serviva appesa dai nostri vicini alla maniglia. Io ricambio appoggiando il nostro ricercatissimo taglia capelli sul loro zerbino. Nel weekend ci siamo collegati con amici di Bari, Turchia e Svizzera e abbiamo fatto ginnastica insieme.

Al lavoro, per evitare di mettere in cassa integrazione gli impiegati nei nostri punti vendita chiusi, ho provato a inventare vari progetti nuovi che in poco tempo sono diventati applicabili in tutta Europa e Russia risolvendo positivamente alcune situazioni critiche e miei responsabili mi hanno messo a coordinare una ‘task force’ per rivalutare  questo momento come un’opportunità. Dentro di me sento che da cristiana e da figlia di Chiara sono chiamata a testimoniare la ‘trasformazione’ interiore ed esteriore che questa situazione comporta. 

Viviamo con le mascherine addosso e  non usciamo, ma se parliamo dai balconi scatta la voglia di andare in profondità e la sera quando diciamo il Rosario c’è un’aria diversa, una impensata serenità. Con i bimbi con  noi di fronte al pc sento che ‘vivono’ il mondo e nonostante tutto mi sembra una grande chance. Magari a fine giornata siamo tutti distrutti perché i bimbi si svegliano alle cinque e non hanno più i ritmi, la casa è costantemente invasa dai giochi e gli stendini, sono ovunque, però sentiamo la vita e la verità di questo momento che ci ha messo di fronte alle nostre debolezze, alle nostre verità per riscegliere di stare in donazione ora più che mai. 

Dentro, Dio mi/ci chiama a vivere in pieno questo momento che non tornerà: è Lui che ci cerca, che ci sceglie e ci offre nuove scoperte e possibilità di vita vera. 

L.