PRIMO GIORNO DI FERIE A CASA

E’ il primo giorno di vacanza e non ho ancora fatto un programma, sicuro che sarà sicuramente una bella giornata in libertà. Dopo la preghiera ed una meditazione su una raccolta di testi spirituali, un solo appuntamento: una visita medica in programma con la figlia adolescente.
La sveglio di buon’ora e in auto tento qualche discorso, ma lei mi stoppa subito dicendomi di essersi appena svegliata e a  digiuno per la visita, di  non avere nessuna voglia di parlare.
Quaranta minuti di tragitto senza radio, senza parole, in un profondo silenzio: un modo insolito anche questo per volerle bene.
Arriviamo a destinazione e  scopriamo di aver sbagliato giorno. Telefono a mia moglie, che aveva prenotato la visita: sconsolata, si scusa a non finire per l’errore commesso. Il disguido ha sbloccato il clima padre-figlia e insieme decidiamo, dopo una adeguata colazione al bar, di passare dal lavoro di mia moglie portandole una brioche a sorpresa per sollevarla dal senso di colpa che provava. Ci accoglie con un sorriso e ci salutiamo con l’arrivederci a casa nel pomeriggio.
Le occasioni per sintonizzarmi sulla volontà di Dio non mancano. Chi meglio di un padre sportivo può accompagnare nel pomeriggio in piscina la terza figlia, a cui l’ortopedico ha prescritto nuoto per la schiena? Il nuoto non è il genere di attività fisica che preferisco e così mi ritrovo a percorrere trenta vasche nei diversi stili,  cercando di inventare sempre qualcosa di nuovo per far divertire ed esercitare la figlia.
Mi sembra già di aver fatto tutta la mia parte, ma terminata la cena, dopo aver sopportato il muso lungo ed il silenzio ai pasti della primogenita perché non l’avevo accompagnata dove voleva,  mi dice: ”puoi tirarmi fuori l’auto dal garage così faccio pratica nelle manovre?”
D’impeto le rispondo che col suo comportamento aveva appesantito il clima a tavola, ma pensando alla meditazione del mattino – amare disinteressatamente –  vado a prepararle l’auto. “Grazie papà” è l’unica parola sentita da lei in questa giornata, ma è stata sufficiente a rinsaldare il nostro rapporto incrinato.
Poi scappo in scooter dai miei genitori anziani per tagliare l’erba del prato.
Li trovo ansiosi di attendermi  e mia madre, preoccupata per l’ora tarda, mi accoglie dicendomi: ”non potevi venire prima? Il sole sta tramontando, e rischi di non vederci bene”. Le sorrido perché non sa come ho passato la giornata e comincio a fare bene il mio piccolo lavoretto, con precisione,  come fosse l’unico impegno del giorno senza badare alla stanchezza accumulata.

Finalmente le corse della giornata sono terminate. Tornando in scooter ringrazio l’Eterno Padre per tutto quello che sono riuscito a fare prestandogli le mie braccia e le mie gambe. Avverto che la mia prima giornata di vacanza, vissuta nella Sua Volontà,  ha più senso del solito