HO SBAGLIATO TRATTANDOTI IN QUEL MODO

Lavoro in un ente pubblico e seguo le diverse manutenzioni degli immobili. Oggi mi reco in un impianto sportivo per incontrare Andrea, il “tutto fare” che provvede al buon funzionamento dell’impianto. Lo scorgo da lontano e alzando la voce lo chiamo, come sono solito fare con lui, con una frase scherzosa “cosa stai facendo? I soliti malanni?”. Vedo che arriva di fretta e incomincia ad inveire contro di me con parole molto pesanti. Resto sbigottito: non era mai successa una cosa simile. Addirittura mi invita di andarmene “sono stufo che tutti ce l’abbiano con me; torna in ufficio, non ti voglio più vedere” mi dice con tono alterato.

Capisco che oggi non è una giornata serena per lui e mai avrei pensato di poterlo ferire in questo modo. Cerco allora di farlo parlare, di capirlo, allontanando tutti i miei pensieri. “Ti chiedo scusa” gli dico, ma non ascolta. Allora mi metto davanti a lui guardandolo negli occhi. “non pensavo di ferirti così” gli dico “è un po’ il nostro modo di salutarci, scherzando. Ti chiedo ancora scusa per averti ferito”. Mi farfuglia qualcosa  e intuisco che aveva ricevuto delle lamentele sul suo operato. Riprendo a parlargli “a me interessa che fra noi due non rimanga niente in sospeso, che non si rompa il rapporto.”

“Oggi è una giornata storta… e va bene ti scuso” dice con tono poco convinto. Certo non è stato facile mantenere il controllo, ma una forza dentro mi spingeva a volergli bene fino in fondo.

Rientro in ufficio e di lì a poco squilla il telefono. E’ Andrea: “ti chiamo per chiederti scusa perché ho capito che ho sbagliato trattandoti in quel modo”.   “tu avevi le tue ragioni e io ho sbagliato nel pormi in quel modo” gli rispondo. Parliamo ancora per qualche minuto e la telefonata si conclude con l’impegno di entrambi che questo episodio non condizioni il futuro.