STORIE DI SOLIDARIETA’ CONTAGIOSA

Il periodo che abbiamo vissuto chiusi nelle nostre case a causa del virus Covid-19 è stato sicuramente molto difficile, doloroso. Ci ha messo alla prova, privandoci del piacere delle strette di mano e degli incontri. Ma è stato anche un periodo ricco che ci ha ricondotto all’essenzialità, a riscoprire la bellezza della normale quotidianità famigliare. Un periodo che ci ha costretto a fermarci, a ridare  valore al tempo, a godere della semplicità dello stare insieme all’interno della propria famiglia.  Si è sperimentata la forza dell’unità di fronte ai bisogni delle persone  condividendo la speranza di un mondo nuovo.

Lavoro in Comune come responsabile dei servizi sociali e nel periodo del Coronavirus le persone che si rivolgevano a noi sono state tante. Chi per una semplice informazione, chi invece per un aiuto concreto e tangibile di assistenza anche economica.  Il Comune aveva a disposizione dei fondi dello Stato per dei Buoni Spesa, ma la burocrazia, le regole che certamente vanno rispettate e garantite, a volte non permettono di raggiungere tutti e di dare delle risposte concrete ai bisogni contingenti delle persone.

Comune e Caritas: sodalizio per l’emergenza

Ma, Dio è Provvidenza e in questo periodo si è rafforzato il rapporto tra Comune e Caritas Parrocchiale creando un vero e proprio sodalizio per far fronte all’emergenza. Là dove l’istituzione non poteva arrivare,  arrivava puntuale e pronta la Caritas.

Un piccolo, ma significativo aneddoto.  Un ragazzo straniero residente di 25 anni chiama in Comune: è disperato, perché la mamma gravemente malata, pur essendo presso la sua abitazione, non ha il visto per rimanere in Italia. Lui non può fare niente per regolarizzare quella posizione perché non può spostarsi per l’emergenza Covid. Non può nemmeno andare all’ospedale di Verona presso il quale la mamma è seguita per farsi dare le medicine di cui ha bisogno e che sono troppo costose per le sue possibilità economiche.

Il Comune, pur volendo, in questi casi non può agire nell’immediato perché la donna non è residente, la donna non è regolare… e allora? Allora chiamo la Caritas Parrocchiale. Spiego la cosa al responsabile e nel giro di qualche ora le medicine sono pronte per essere ritirate presso la farmacia.

Da cosa nasce cosa

E non è finita qui. Sempre con la Caritas ci accordiamo perché i pacchi alimentari che normalmente vengono distribuiti una volta al mese vengano recapitati con maggior  frequenza. Parlando di tutti questi problemi Comune e Caritas si accordano su un vero e proprio piano di azione. Dove non arriva il Comune con i Buoni Spesa può arrivare la Caritas.

Alcune famiglie di giostrai viaggianti che sono qui temporaneamente domiciliati  per la manutenzione alle loro giostre, non possono essere assistite dal Comune per questioni burocratiche: possono trovare sollievo ai loro bisogni tramite la Caritas.

Poi si scatena un altro bellissimo fenomeno. Gli iscritti ad alcune associazioni culturali o ricreative in questo periodo non possono svolgere la propria attività di volontariato nelle proprie associazioni e allora i volontari si sono messi a disposizione del Comune e della Caritas per la consegna a domicilio delle mascherine, dei Buoni Spesa e dei pacchi alimentari. Un vero e proprio segno di solidarietà e di speranza.

Adolfo, mio marito, è uno di questi volontari ed è stato molto felice di potersi rendere utile per questi piccoli servizi. Si è accorto come le persone cercavano il contatto umano, avevano la voglia di scambiare una parola, di avere un cenno di incoraggiamento.  Adolfo è stato molto contento di incontrare nella semplicità il suo “prossimo”.