È questo il tempo in cui non dobbiamo rassegnarci

La Giornata mondiale delle famiglie è un sogno grande, un appuntamento concreto capace di rendere possibile qualcosa che appare inimmaginabile di fronte alla frenesia quotidiana delle nostre micro società domestiche. Un’occasione capace di riunire migliaia di micro mondi in una stessa piazza, alla stessa ora, nella medesima città, sotto lo stesso Cielo, puntando lo sguardo verso lo stesso Dio, sembra un sogno

Fonte: AgenSir 22 Giugno 2022 Gigi De Palo e Anna Chiara Gambini​

Se esiste una categoria a cui davvero non serve dare nuovi appuntamenti o cose in più da fare questa è proprio la categoria delle famiglie. Andiamo a letto ogni sera pensando che se avessimo avuto qualche ora in più non ci sarebbe dispiaciuto affatto. Cerchiamo di rubare il tempo ovunque sia possibile farlo. Anche quando ci è stato chiesto di vivere il Lockdown siamo sicuramente tra le categorie di cittadini che non si è annoiata mai. Chi di noi non è mai impazzito nella ricerca di una data utile a riunire più famiglie anche solo per una pizza. Per questo è tanto difficile dare un appuntamento alle famiglie. La Giornata mondiale delle famiglie è un sogno grande, un appuntamento concreto capace di rendere possibile qualcosa che appare inimmaginabile di fronte alla frenesia quotidiana delle nostre micro società domestiche. Un’occasione capace di riunire migliaia di micro mondi in una stessa piazza, alla stessa ora, nella medesima città, sotto lo stesso Cielo, puntando lo sguardo verso lo stesso Dio, sembra un sogno. Gli scenari mondiali di questi ultimi due anni nonché l’atroce conflitto di questi ultimi mesi hanno frenato la corsa verso la stessa meta e nella carnalità, tutt’altro che utopistica, che Gesù ci ha mostrato, abitando pienamente il suo tempo, la Chiesa ha saputo attendere e riprogrammare i piani spostando più volte un appuntamento inizialmente fissato per il 2021. Ha saputo anche concretizzare quel valore di “creatività missionaria” così ampiamente trattata nella “Evangelii Gaudium” strutturando un appuntamento “multicentrico e diffuso” nelle diocesi di tutto il mondo.

Vi confidiamo che quando in videoconferenza mondiale è stata data alle varie diocesi la notizia della possibilità di accogliere in presenza solo i delegati, abbiamo visto con i nostri occhi i volti rattristati di coloro che avrebbero dovuto comunicare alle proprie parrocchie o alle famiglie di amici che i viaggi che da tempo si stavano organizzando per Roma sarebbero stati annullati. Viaggi da luoghi lontanissimi e magari occasioni uniche nella vita di molte famiglie. Eppure la concretezza dell’essere fratelli ha superato anche i limiti della delusione umana dando vita ad un appuntamento che ci vedrà per la prima volta, forti anche delle conoscenze tecnologiche che la crisi pandemica ci ha insegnato, tutti insieme in luoghi differenti e sotto cieli diversi ma sempre con lo sguardo fisso sullo stesso Dio a dare vita all’appuntamento di famiglie più grande di sempre. Girando le parrocchie di Roma per presentare questa giornata mondiale delle famiglie, abbiamo trovato spesso una rassegnazione preoccupante. Le famiglie non se la passano benissimo, aumentano le separazioni, i divorzi, diminuiscono i matrimoni. Ma è proprio questo che dovrebbe spingerci a dare ancora di più il nostro contributo, ad utilizzare questa giornata mondiale delle famiglie come occasione per far ripartire quella famiglia di famiglie tanto cara a Papa Francesco. Affinché il 27 giugno, ovvero il giorno dopo, rimanga una rete di famiglie rinsaldata e ricucita pronta per una nuova pesca.

C’è un legame sottile che lega la Giornata mondiale della gioventù del 2000 e questa Giornata mondiale delle famiglie. Intanto il mondo è cambiato ma, mai come ora, risuonano profetiche le parole di San Giovanni Paolo II: “Voi non vi rassegnerete!”.

Forse è proprio questo il tempo in cui non dobbiamo rassegnarci.

Forse è proprio questa Gmf l’occasione in cui proveremo a ricordarlo l’un l’altro. Gli ultimi anni di restrizioni pandemiche ci hanno lasciato orfani di tante esperienze fatte in carne ed ossa, offrendoci chiaramente la forza della coesione, della fratellanza, della condivisione delle risorse, e la guerra più che mai ci mostra quale assurda diseconomia sia la ricerca di dominio degli uni sugli altri.

La capacità di farsi unico corpo nasce dal riconoscersi figli di un unico Padre, ma si concretizzano nella conoscenza dell’altro, i fratelli non si amano per osmosi ma per memoria. Siamo chiamati ad essere in piazza anche per tutti coloro che non potranno esserci in presenza. Per coltivare la memoria di un profumo di famiglia di famiglie che raggiunga i confini del mondo pur rimanendo nell’abbraccio di un colonnato.

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