PROGETTO ECONOMIA DISARMATA Focolari Italia SEMINARIO “Ripudio della guerra e disobbedienza civile a 100 anni dalla “vittoria” del 1918”

Camaldoli 27/29 Luglio 2018
di Roberto di Pietro

Si è concluso domenica 29 luglio, presso il monastero di Camaldoli (Ar), il laboratorio a cura del Gruppo Economia Disarmata del Movimento dei Focolari in Italia già annunciato su questo sito.
Gli scopi della tre giorni erano l’approfondimento dei temi della pace e del disarmo, il dialogo e la conoscenza tra gli aderenti al progetto di Focolaritalia e con altre associazioni e movimenti che si occupano di disarmo e pace in Italia. Sia l’obiettivo della formazione, sia quello della socializzazione tra aderenti al progetto e con le altre associazioni sembra essere stato perfettamente raggiunto, forse anche oltre i primi propositi.

Don Renato Sacco, Coordinatore Nazionale del Movimento Pax Christi, ha parlato di: « Ripudio della guerra e disobbedienza civile a 100 anni dalla “vittoria” del 1918 » con opportuna ed utilissima critica al comune concetto trionfalistico della guerra 15/18; i libri di storia non riportano che già durante il conflitto il papa di allora, Benedetto XV, definì “inutile strage“ la guerra in corso. Esisteva una formazione cristiana alla guerra: si insegnava cristianamente ad ”uccidere senza odio”.

Agostino Gemelli, intellettuale e medico, “psicologo militare” consacrava il sangue dei nostri soldati al Sacro Cuore di Gesù ed esaltava il carattere formativo della vita in trincea; un soldato in guerra acquisisce la formazione di una nuova personalità attraverso un lento processo dovuto alla “percezione di perdita della libertà individuale, alle conseguenze prodotte dall’istinto di conservazione che porta alla paura e all’annichilimento durante la caduta delle bombe sulla trincea”. Considerazioni che, tolte dal loro storico contesto culturale e viste con gli occhi della cultura di oggi rischierebbero l’accusa di delirio…
Sacco parla alla luce della lunga esperienza di Pax Christi e sua personale nei campi di guerra (Sarajevo) o dove si prepara la guerra come a Cameri, in Piemonte, non lontano dalla sua parrocchia, nella fabbrica che costruisce in Italia i caccia bombardieri F 35.

Un bombardiere F35 costa oggi 150 milioni di €; è stato calcolato che per gli armamenti si spendono oggi 230 $ per ogni abitante della terra che respiri, compreso ogni congolese ogni nigeriano, ogni indiano, compresi quelli che hanno perso tutto e che tentano di attraversare il Mediterraneo con i barconi. 230 $ all’anno sulla testa di ognuno di noi e di loro.

Di grande guerra si è molto parlato nel pomeriggio dedicato a quattro grandi anime e grandi maestri della pace: Primo Mazzolari, Giorgio La Pira, Giuseppe Dossetti, Igino Giordani. Di Mazzolari parla Anselmo Palini, suo biografo; di La Pira Maurizio Certini, Presidente del Centro La Pira e vice postulatore della causa di beatificazione; di Dossetti parla Massimo Toschi, personalità del pacifismo italiano che premette d’esser stato figlio spirituale del politologo e monaco bolognese; di Giordani parla Silvio Minnetti, Presidente dell’MPPU Italia che oggi, oltre al resto, ispirandosi al Giordani di allora, continua a tessere rapporti di ascolto reciproco e di unità tra i parlamentari italiani.

Una passeggiata nella foresta del Casentino fino all’eremo camaldolese è dedicata alla testimonianza di chi lavora in Sardegna sul fronte di riconversione della RWM (Cinzia Guaita, Claudio Chessa, Franco Uda) e di chi perora l’istituzione del Ministero della pace (Laila Simoncelli con una delegazione dell’Associazione Papa Giovanni XXIII).

Ed è lungo l’elenco dei relatori: c’è Adriana Cosseddu, Docente di Diritto Penale all’Università di Sassari, membro della Scuola Abbà, responsabile delle “inondazioni del diritto“, c’è Nicoletta Dentico, già Direttore Generale di Medici Senza frontiere ONLUS, oggi portavoce di Banca Etica. C’è Mao Valpiana, Presidente del Movimento nonviolento fondato da Aldo Capitini; Valpiana è tra l’altro l’organizzatore della marcia Perugia Assisi (7 Ottobre 2018); ricorda la grande figura di Alex Langher, lo chiama “Il migliore di tutti”.

C’è Raul Caruso, economista dell’Università Cattolica, esperto di economia della pace, studioso attivissimo e saggista autorevole che ha pubblicato numerosi libri sul peso economico della guerra. Caruso è portatore di interessanti nuove idee sulla guerra, l’idea che l’industria bellica aumenti il progresso e lo sviluppo economico, ad esempio, è un’idea vecchia e sbagliata, ampiamente sconfessata dai fatti concreti e dai numeri; nacque peraltro proprio col nazismo e, non l’avremmo mai detto, fu proprio alla base del suo pensiero.

Gianni Aleoti responsabile dell’ufficio internazionale del sindacato metalmeccanici CISL è grandissimo esperto di economia industriale; afferma a più riprese che lo spin-off dal militare al civile è un “ferrovecchio della guerra fredda”; l’idea che l’industria bellica abbia effetto traino per l’industria civile è una vecchia diffusa idea che i fatti hanno concretamente smentito: non funziona.

Quanto al mercato c’è da considerare che quello delle armi è un mercato politico e lobbistico, non è mercato libero, non è mercato vero. Aleoti parla anche di ipotesi concrete e percorribilissime della riconversione della RWM di Iglesias a produzioni civili. La buona notizia è che la via della riconversione della nostra fabbrica di bombe alla produzione civile è tecnicamente praticabile e non è affatto difficile.
E non si può proprio tacere sul ruolo e la presenza dei giovani in questo laboratorio: erano numerosi ed attivi. Erano presenti Raffaele Natalucci, Alessio Lanfaloni, Claudio Chessa, Maria Chiara Cefaloni, tutti gli autori di varie iniziative di economia disarmata: i convegni in Parlamento, il “bankmob”, gli interventi diretti verso i governanti (Merkel e Gentiloni).

Abbastanza numerosa la partecipazioen del Veneto: circa quindici persone da Padova, Bassano, Vicenza.
E il ruolo di incontro, fra aderenti al progetto Economia Disarmata e di relazione con altre organizzazioni del mondo pacifista italiano è stato pari o superiore al pure ottimo livello della formazione e dell’aggiornamento. Il clima empatico, fraterno, assolutamente cordiale, il “clima di famiglia” di questi tre giorni ha colpito tutte le persone nuove dell’ambiente intervenute al laboratorio.

Tutti gli “ospiti”, esponenti di altre organizzazioni, nei loro commiati ripetevano la stessa identica, meravigliata sensazione: “Ci siamo sentiti a casa nostra…”. È la stessa sensazione riferita dal Papa in maggio scorso: ”A Loppiano ognuno si sente a casa propria”. Perché il clima era esattamente quello, ineffabile, inconfondibile, bello ed indimenticabile; il solito ma sempre nuovo clima di stima reciproca, di fiducia, di rapporti “familiari”, di unità.

Chi volesse essere informato sulle attività di economia disarmata può scrivere l’indirizzo (provvisorio): comunitalocalepadova@gmail.com