UNA SCIA LUMINOSA: “IO HO TUTTO” – «I giovani hanno una vita sola e vale la pena di spenderla bene!»

Dopo la partenza di Chiara Luce Badano, in molte città si sono organizzati incontri, spettacoli con gruppi di ragazzi e giovani, per far conoscere la vita di questa ragazza.

A  Chioggia abbiamo raccontato della vita della beata Chiara Luce Badano a due classi di catechismo delle medie e poi ad un gruppo di genitori.

In questa prima occasione avevamo visto i ragazzi attentissimi e molto presi da questa figura presentata come una ragazza semplice, come una di loro, che durante il suo percorso di vita ha fatto dei salti profondissimi verso Dio.

Da questa prima bella esperienza, in modo naturale ha fatto seguito una serie di successive occasioni nelle quali abbiamo potuto raccontare di questa “ragazza”.

L’approccio immediato e diretto dei ragazzi commuove, ma anche agli adulti Chiara Luce Badano apre una possibilità di un dialogo e confronto tra famiglie.

M.P e M.B

CHI è Chiara Luce Badano?

Chiara Luce Badano è tenace, “fuori dagli schemi” e attenta agli “ultimi”. Nel 1981, a nove anni, partecipa al “Familyfest”, un grande raduno dei focolari. È una rivelazione: «Ho riscoperto il Vangelo sotto una nuova luce – scrive a Chiara Lubich – ora voglio fare di questo libro l’unico scopo della mia vita!»

Molto presto però, Chiara sperimenta anche la sofferenza. Soprattutto quando, nonostante gli sforzi, per un incomprensione con una professoressa, deve ripetere il primo anno di liceo. Per la prima volta, Chiara deve affidare a Dio non solo le gioie, ma anche i dolori. Scrive a un’amica: «Subito non riuscivo a dare questo dolore a Gesù. C’è voluto un po’ di tempo per riprendermi un pochino».

A diciassette anni, durante una partita a tennis, un dolore lancinante alla spalla porta alla tragica scoperta: si tratta di un tumore tra i più spietati, l’osteosarcoma.

Un verdetto difficile da accettare. Quando rincasa dopo le prime terapie, Maria Teresa la attende: «Chiara, com’è andata?» Ma lei, senza guardarla e gettandosi sul letto, rimane a lungo in preda a una grande lotta interiore. Solo dopo venticinque lunghissimi minuti, col suo sorriso di sempre: «Mamma, ora puoi parlare!». Chiara ha detto il suo sì a Dio, e da allora non è più voltata indietro.

«Per te Gesù. Se lo vuoi tu, lo voglio anch’io!»: le cure si fanno dolorose, ma l’offerta è sempre decisa. Chiara, poi, non perde occasione per amare. «All’inizio abbiamo l’impressione di andarla a trovare per sostenerla – racconta un suo amico – ma ben presto ci accorgiamo che entrando nella sua stanza ci sentiamo proiettati nella splendida avventura dell’amore di Dio. Eppure Chiara non dice frasi straordinarie, non scrive pagine e pagine di diario. Semplicemente ama».

Infine, il 7 ottobre 1990 la ‘partenza’. Un ultimo sorriso a Ruggero e poi un saluto per  Maria Teresa: «Mamma, sii felice, perché io lo sono!» Al funerale partecipa una folla immensa e, come lei aveva chiesto, Chiara viene sepolta con un abito bianco, «come una sposa che va da Gesù.»

«I giovani sono il futuro. Io non posso più correre, però vorrei passare loro la fiaccola come alle Olimpiadi. I giovani hanno una vita sola e vale la pena di spenderla bene!» aveva esclamato Chiara Luce Badano poco prima di morire. Quei 25.000 giovani presenti,  il 25 settembre 2010, alla sua beatificazione, dimostrano quanto, con la sua vita, Chiara Luce abbia testimoniato un modello di santità che tutti possono vivere!