PELLEGRINAGGIO IN MAROCCO

Dal 23 al 29 Aprile scorsi un nutrito gruppo di bellunesi si sono recati in Marocco.

Questa è la storia che ci raccontano…

L’abbiamo chiamato pellegrinaggio, perché non è stato solo un viaggio turistico nella splendida terra del Marocco, ma soprattutto unoccasione per visitare i luoghi cristiani lì presenti e per vivere unesperienza di dialogo con i musulmani della comunità bellunese. Ci hanno infatti accompagnato tre amici: lImam Hassan Lafrague di Tai di Cadore assieme ad Aziz, giovane padre di famiglia residente a Belluno e a Younes, studente universitario di Ponte nelle Alpi che studia a Trento.

Era presente il Vescovo Mons. Renato Marangoni assieme a 9 sacerdoti della diocesi di Belluno, tra i quali don Giuseppe Bratti, incaricato del dialogo interreligioso e don Massimiliano Zoccoletti, della diocesi di Padova, organizzatore del viaggio. E poi famiglie, coppie, giovani, anzianiin tutto eravamo una quarantina.

Arrivati a Fes sotto la pioggia, il giorno successivo abbiamo visitato la Medina della città, un labirinto di 9400 viottoli brulicanti di attività artigianali e bancarelle improvvisate. A Fes siamo stati accolti dallImam Idris Al Fhiri che aveva partecipato nel 2017 alla giornata di dialogo presso la ex caserma Piave. Ci ha accolto con una gioia incredibile ed era visibilmente felice e commosso. Ci ha poi fatto un regalo speciale facendoci visitare la biblioteca della più vecchia università del mondo dove abbiamo potuto vedere i manoscritti dei primi vangeli scritti a mano in arabo su pelli di antilope, oltre ad altri testi filosofici e scientifici antichissimi e unici. 

Da Fes è stato un susseguirsi di tappe e spostamenti che hanno toccato città come Midelt, Ouazazate, Marrakech e Casablanca, attraversando splendide distese pianeggianti, boschi rigogliosi di cedri, passi montani dellAtlante a oltre 2200 metri di altitudine!

Durante questi spostamenti abbiamo visitato varie realtà cristiane, in particolare, dopo la visita a una parrocchia di Fes, un convento dove abbiamo incontrato fratel Jean Pierre Schumacher, unico monaco scampato nel 1996 alla strage di Tiberine in Algeria da parte di estremisti. Fratel Jean Pierre, 96 anni, ci ha fatto volarea livello spirituale, incoraggiandoci a proseguire nel dialogo della vita tra cristiani e musulmani. Ha paragonato il nostro rapporto a una scala doppia dove da una parte salgono i mussulmani e dallaltra i cristiani: più si sale più ci si avvicina, finché alla sommità ci si ritrova in Dio, più grande di come lo si pensava rispettivamente… è stato un vero dono che ha creato nel gruppo un clima soprannaturale.

Con fratel Jean Pierre

Altra visita a un gruppo di suore di Santa Teresa di Gesù Bambino, impegnate in opere sociali dove prestano il Servizio ai musulmani locali, a un sacerdote locale polacco che ha vissuto direttamente il recente viaggio in Marocco di Papa Francesco. Infine a Casablanca dove lArcivescovo Cristobal, salesiano spagnolo, ci ha raccontato la sua esperienza in terra di Marocco: una missione nella parrocchia dove cerca di portare il Regno di Dio soprattutto con lamore, al di là di conversioni o meno. Anche lui ci ha incoraggiato a proseguire nel dialogo; e tutte queste persone che incontravamo erano piacevolmente sorprese di vederci assieme, cristiani e musulmani, era unesperienza che facevano per la prima volta! 

Con le suore di S. Teresa

Anche in pullman, man mano che passavano i giorni, si è creato un clima di famiglia dove i rapporti crescevano e ogni mattina si facevano insieme le lodi per poi ascoltare lImam Hassan che recitava alcune preghiere del Corano.

La guida del Marocco a bordo poi ci spiegava sapientemente le caratteristiche e la storia della gente, dei popoli, dei luoghi di questa bellissima terra.

Ultima tappa la visita alla Moschea di Casablanca, una grandiosa opera architettonica ricca anche di contributi italiani (marmi di Carrara e lampadari di Murano). 

Siamo tornati felici dellesperienza fatta ringraziandoci lun laltro. Un ringraziamento speciale al Vescovo, a Don Massimiliano a Don Bratti e ai nostri amici marocchini che si sono fatti in quattro per spiegarci, accompagnarci, farci scoprire le cose più nascoste e che solo loro conoscono. Abbiamo avuto la conferma di essere sulla strada giusta e lesperienza fatta ci ha dato nuovo slancio per proseguire sulla via del dialogo e della fraternità, per dirigerci insieme verso la sommità della scala indicataci da Fratel Jean Pierre.