SOSTENERCI A VICENDA

Il lavoro che svolgo permette di stare a casa ed eseguirlo collegandosi ad internet.

Così, con le progressive restrizioni nazionali, tutti gli uffici si sono dovuti attivare per far svolgere il lavoro con questa modalità. Chi non ha i mezzi o non vuole attuare questa soluzione deve mettersi in ferie.

Una collega, particolarmente seccata da questa situazione e trovandola ingiusta, non ha alcuna intenzione di attivarsi, adducendo un sacco di scuse.

La ascolto con attenzione cercando di capire le sue motivazioni poi sento di dirle che noi siamo fortunati ad avere la possibilità di scegliere, molti altri in questo momento non possono farlo e rischiano il posto di lavoro.

Capisco che non devo limitarmi alle parole ma, insieme agli altri colleghi, darle concretamente una mano. Ci attiviamo per cercarle la strumentazione che le permetta di lavorare a casa senza affrontare la spesa di un pc.

Uno di noi gliene presta uno ed ora può tranquillamente lavorare da casa ma soprattutto ha ritrovato la serenità.

Un’altra collega è in difficoltà nello svolgere un lavoro che le è stato chiesto. Soprattutto non ha il coraggio di dire al responsabile che lo ritiene un lavoro superfluo.

Le suggerisco di parlare con un’altra collega competente in materia e di chiedere a lei un consiglio. Questa, dopo averla ascoltata, si offre di svolgere lei lavoro ma anche di parlarne con il responsabile per non farlo più.

L’esperienza che stiamo facendo in questo momento è quella di sostenerci a vicenda. 

Con qualcuno il rapporto va al di là del semplice lavoro tecnico, abbiamo un punto di partenza in comune: cercare di amare sempre. 

Questo ci spinge ad aiutarci e a volerci bene cercando di coinvolgere tutti in questa avventura e di rendere il posto di lavoro un luogo migliore, anche a distanza.