DDL ZAN E IL REATO DI OPINIONE
Interessante riflessione sul noto DDL i n discussione al Senato
«Comunque parli sbagli», scrive Michele Zanzucchi nel suo prezioso contributo (pubblicato il 26 giugno 2021 su Città Nuova on line ) dal titolo “Ddl Zan, il grande imbarazzo”: questo è il punto di partenza, la parola e il significato che ancora vogliamo (o sappiamo) dare alle parole. Definire qualcosa significa già delimitarla, imbrigliarla in qualche possibile spiegazione: è operazione davvero complessa quella di ricorrere a delle definizioni, soprattutto in riferimento alla sessualità e all’identità di genere.
Il Ddl Zan (qui si trova tutto l’Iter DDL S. 2005 (senato.it) ) con delle pseudo-definizioni (di sesso, di orientamento sessuale, di genere e di identità di genere), tenta di definire l’essere umano, come se la persona fosse (soltanto) la sua dimensione sessuale.
[…] Ancora una volta comprendiamo quanto possa incidere, soprattutto in un testo di legge, il significato e la valenza delle parole (e delle espressioni) utilizzate nell’articolazione delle diverse norme;
[…] Ma allora, se così fosse, insieme all’omofobia, il legislatore dovrebbe tutelare l’allodoxafobia, intesa come la paura delle opinioni differenti dalle proprie!
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