Una conferenza senza precedenti, sotto l’egida del Paris Peace Forum, riunirà dal 12 al 14 giugno organizzazioni israeliane, palestinesi e internazionali per un dialogo approfondito, un lavoro politico e la co-creazione di raccomandazioni che confluiranno direttamente nell’annunciato vertice diplomatico ospitato da Francia e Arabia Saudita, presso le Nazioni Unite, tra il 17 e il 20 giugno.
Per la prima volta nella storia di questo conflitto, la società civile viene invitata nell’arena diplomatica in modo strutturato e strategico. È un approccio che ha aiutato a risolvere altri conflitti intrattabili, ma che non è mai stato sperimentato in Israele/Palestina. La speranza è che sia un momento di svolta.
Questo vertice arriva mentre in Israele i palazzi del governo sono in una continua e pericolosa turbolenza e nei giorni di un sondaggio che indicava una percentuale altissima di cittadini israeliani (82%) favorevoli allo spostamento della popolazione palestinese. Si è rivelato poi lacunoso nella raccolta dati e quindi in parte inaffidabile, ma il dato è comunque alto: 56%.
Il mondo intero conosce quotidianamente e segue con apprensione la tragedia di Gaza, ma forse non è così facile cogliere la resilienza e la forza di chi opera per la pace, la giustizia e la convivenza.
Solo un accenno a due azioni coraggiose. Mercoledì 4 giugno, nei pressi di una sede militare vicino a Tel Aviv, un gruppo di israeliani ha iniziato a camminare verso Sud. Hanno risposto all’appello di It’s Time, un cartello di 160 organizzazioni israeliane, che il 10 maggio aveva realizzato un grande evento a Gerusalemme: “Now it’s The Time”, ora è il tempo della pace. Lungo il percorso si aggiungevano via via altri ed altri ancora. «Stiamo marciando perché la distruzione, la fame e l’abbandono devono finire», ha dichiarato Standing Together. leggi tutto