In un tempo di oscurità brilla la speranza.
L’11 luglio, in occasione del trentesimo anniversario del genocidio di Srebrenica (1995–2025), per volere delle Nazioni Unite dal 2024, si commemora in tutto il mondo la “Giornata Internazionale del genocidio di Srebrenica”.
A Verona, presso la Sala Da Lisca – Cavalli, si è tenuta una serata dedicata al ricordo dei 8. 372 uomini di ogni età sterminati dalle forze Serbe. In un clima sacro per il dolore sempre presente per una tale tragedia consumatasi nel cuore dell’Europa, si è snodata una profonda e ricca riflessione sul valore della verità, della giustizia e della pace. L’evento è stato organizzato dal Džemat “Nur” Verona e dall’associazione culturale bosniaca Stećak, con il patrocinio del Comune di Verona.
La cinquantina di persone presenti rappresentavano il Comune di Verona nella persona della consigliera comunale Veronica Atitsogbe; la Diocesi di Verona a nome del vescovo Mons. Domenico Pompili con il sacerdote D. Luca Merlo referente per L’Ecumenismo e Dialogo interreligioso; il console della Bosnia in Milano; varie associazioni, cito il Movimento dei Focolari a cui è stato chiesto un saluto; i buddisti ; e l’Imam Ah-med-ef Tabakovic, principale referente della comunità islamica dei bosniaci in Italia. L’intervento dell’Iman, intriso di fede autentica, in Dio nostro Padre e conduttore della Storia, ha palesato un cuore pieno di amore e di speranza presupposto indispensabile per una riappacificazione … nel tempo.
In un silenzio carico di rispetto, di attesa e partecipazione ha condiviso il suo dolore, le sue domande e la sua speranza Belma di solo 14 anni. Vive in Italia. Ma nel cuore porta la Bosnia. E Srebrenica. Nella sua voce abbiamo sentito l’eco di chi non c’è più, ma anche la forza di chi sta arrivando — dei giovani che non permetteranno che si dimentichi. Belma ci ha ricordato che la memoria è viva. Ha la forma delle parole, delle lacrime, del silenzio e della preghiera. Ed è nostra responsabilità custodirla — come un’eredità, come una luce. L’applauso sentito e prolungato diceva: “Grazie Belma per il tuo coraggio. Per la tua verità”
Ricordare. D. Luca Merlo ha evidenziato che ricordare non è solamente catalogare eventi ma bensì è tramandare un dolore assurdo ed inspiegabile con il cuore, con compassione. È doveroso farlo, per evitare la rimozione e la dimenticanza del piano di sterminio perpetrato e allo stesso tempo è un avvertimento alle generazioni future. Papa Giovanni Paolo II ha affermato “è necessario non dimenticare, è il presupposto per un autentico processo di riconciliazione”.
Ma ricordare non basta. Non è mai esaustivo focalizzare la nostra riflessione sui valori della libertà, della giustizia e della pace per tradurre il nostro quotidiano in gesti significativi e controcorrente.
Papa Giovanni Paolo II ebbe a dire, in quegli anni di violenze a causa delle differenti appartenenze religiose, tra altre importantissime affermazioni: …la libertà religiosa non è solo un prezioso dono del Signore per quanti hanno la fede: è un dono per tutti, perché è garanzia basilare d’ogni altra espressione di libertà: La fede sincera non divide gli uomini, ma li unisce, pur nelle loro differenziazioni. Niente come la fede ci ricorda che, se abbiamo un unico Creatore, siamo anche tutti fratelli.
La libertà. La pace. Siamo tutti più consapevoli che la pace non è solamente assenza di guerra, ma un dono da costruire quotidianamente con impegno e responsabilità: un mondo unito dove vige la fraternità universale, un riconoscersi tutti fratelli.
È questa una realtà che tutti desideriamo. Ma se guardiamo il mondo oggi possiamo dire che siamo molto lontani, … Ucraina, Terra Santa, Siria e altri paesi dell’Africa e Asia.
Ci sostiene la Fede. Ci incoraggia la Speranza in Dio. Sappiamo che Dio è con noi. Non ci abbandona.
Nella serata è stato letto ed apprezzato un brano di Alex Langer che illumina il percorso di chi sta cercando di costruire la pace giorno per giorno.
“Nessun domani si costruisce con le bombe, con lo sterminio di uomini “diversi” per fede, razza… Se vi chiedono da che parte state, non abbiate paura di dire: dalla parte della vita che cresce lenta, fragile, profonda. Dalla parte dell’umano. Dalla parte della pace…Non abbiate paura della lentezza, né della solitudine che a volte accompagna chi cerca sentieri nuovi. Non tutto si conclude oggi, né domani. Ma ogni gesto, ogni parola non violenta, ogni scelta sobria e giusta, è un seme. E i semi anche se non li vediamo subito germogliare, fanno il loro lavoro. Abbiate cura. Degli altri, del tempo, della terra. Abbiate cura di ciò che cresce piano. E camminate. Non da soli, ma insieme. Più lentamente, più profondamente, più dolcente”. Con coraggio.
A conclusione L’Imam Tabakovic assieme e D. Luca Merlo hanno intonato una preghiera. Al cielo, a Dio è salita una preghiera sentita, accorata per invocare tempi di pace. La preghiera unisce e ci incoraggia a credere nel Suo intervento amoroso nella storia dell’umanità. Umanità che sembra scordare gli orrori del passato, che ha smarrito il senso di essere “umani”.
Eppure la Speranza, ha preso il sopravento e bene la esprime le parole dell’Imam: “grazie di cuore per le vostre presenze. I vostri saluti, interventi ci hanno toccato sinceramente: in mezzo a tanto dolore, sapere che il nostro ricordo è accolto con rispetto e amore ci dà forza. Anche noi crediamo che solo un cuore aperto a Dio e agli altri possa generare vie di pace, riconciliazione e giustizia. Insieme, continuiamo a seminare la speranza, anche quando il terreno sembra arido.
Cristina Tomelleri – Verona, 14 luglio 2025