l Papa ricorda Hiroshima e Nagasaki: le armi nucleari offendono la comune umanità

In un messaggio a monsignor Shirahama, vescovo di Hiroshima, per l’ottantesimo anniversario del lancio della bomba atomica sulle due città giapponesi, Leone XIV sottolinea che “la vera pace richiede il coraggio di deporre le armi”, specialmente “quelle che possiedono la capacità di provocare catastrofi indicibili”. Esorta pertanto a “forgiare un’etica globale radicata nella giustizia, nella fraternità e nel bene comune”

Da Vatican News – Edoardo Giribaldi – Città del Vaticano

“La persona dell’amore è la persona del coraggio”. Papa Leone XIV riprende le parole di uno degli hibakusha, i sopravvissuti ai bombardamenti atomici compiuti dagli Stati Uniti sulle città giapponesi di Hiroshima e Nagasaki, rispettivamente il 6 e il 9 agosto 1945, al termine della Seconda guerra mondiale. Le cita per sottolineare come “la vera pace” richieda l’audacia di “deporre le armi”, in particolare quelle nucleari, “che possiedono la capacità di provocare catastrofi indicibili”.

Costruire un mondo più sicuro

Il Pontefice scrive a monsignor Alexis Mitsuru Shirahama, vescovo di Hiroshima, in occasione dell’ottantesimo anniversario dei bombardamenti che causarono complessivamente decine di migliaia di vittime. Esprime “rispetto e affetto” per i superstiti, le cui storie di perdita e sofferenza rappresentano un “richiamo urgente” alla costruzione di “un mondo più sicuro” e alla promozione di un autentico “clima di pace”.

Hiroshima e Nagasaki, “moniti viventi” di “orrori profondi”

Ottant’anni dopo, Hiroshima e Nagasaki restano ancora “moniti viventi” degli “orrori profondi” causati dall’arma atomica. “Le loro strade, scuole e abitazioni” – scrive il Papa – “portano ancora cicatrici, visibili e spirituali, di quel fatidico agosto del 1945”.

In questo contesto, desidero ribadire con forza le parole più volte pronunciate dal mio amato predecessore Papa Francesco: la guerra è sempre una sconfitta per l’umanità.  continua a leggere

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