Vignarca (Rete Pace e Disarmo): “Il baratro non è più una metafora: è una possibilità concreta”
Francesco Vignarca, coordinatore delle campagne della Rete italiana pace e disarmo, esprime forte preoccupazione per i “venti di guerra” che spirano in Europa, soprattutto a seguito dell’attacco con droni russi in Polonia e il dispiegamento di 80 mila uomini deciso dalla Polonia sui confini orientali del Paese.
Da Agensir – M. Chiara Biagioni
“Sì, è vero: stiamo andando verso un baratro. Non so se siamo già sull’orlo o se ci separa ancora una certa distanza, ma il problema è che ci stiamo avvicinando. Dal mio punto di vista, non è tanto importante sapere quanto siamo vicini al punto di non ritorno, quanto piuttosto acquisire consapevolezza della direzione che stiamo prendendo. E purtroppo, quella direzione è chiara”. Francesco Vignarca, coordinatore delle campagne della Rete italiana pace e disarmo, esprime forte preoccupazione per i “venti di guerra” che spirano in Europa, soprattutto a seguito dell’attacco con droni russi in Polonia e il dispiegamento di 80 mila uomini deciso dalla Polonia sui confini orientali del Paese. “Noi, come mondo della pace, del disarmo e della nonviolenza, lo diciamo da tempo”, aggiunge Vignarca. “Non solo negli ultimi tre anni, in cui tutto è diventato più evidente dopo l’invasione russa dell’Ucraina, ma da molto prima. Conosciamo purtroppo molto bene le dinamiche di militarizzazione e l’aumento costante delle spese militari.
Oggi tendiamo a dimenticarlo, ma tutto questo non fa che preparare il terreno per molte altre violazioni: bombardamenti su paesi sovrani, violazioni del diritto internazionale, uccisioni che non cambiano nulla”.
Il card. Pietro Parolin, parlando ai giornalisti, non ha nascosto la sua preoccupazione per “il rischio di una guerra di più largo raggio”.
Il cardinale Parolin rappresenta un’istituzione, la Chiesa cattolica, che da tempo – con lui, con Papa Francesco e anche con Papa Leone – ammonisce contro la militarizzazione, l’aumento delle spese militari, gli interessi dell’industria bellica e il pericolo nucleare. Quindi, quando Parolin parla di un baratro che si avvicina, non fa altro che ribadire ciò che è sempre stato detto.
Il presidente Sergio Mattarella parlando in Slovenia ha paragonato l’attuale livello di tensione a quella che precedette la Prima Guerra Mondiale.
La politica non può oggi fingere di scoprire l’esistenza di questo pericolo. Ci sono somiglianze tra quello che viviamo oggi e quello che abbiamo vissuto nel passato. Ma i pacifisti lo stanno denunciando da tempo. È ora di ascoltare chi da tempo lancia l’allarme.
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Per approfondire:
da Città Nuova Pronti a combattere? Le alternative al riarmo in Europa
da Rete Pace e Disarmo, Sbilanciamoci Per un’Italia e un’Europa nonviolente