Perché salpare per Gaza? Non potremo dire di non sapere
Intervista ad Antonio Mazzeo, giornalista d’inchiesta e attivista per i diritti umani, che ha partecipato ad una recente missione della Freedom Flottilla. La Sicilia e l’Italia nella guerra mondiale a pezzi
A cura di Carlo Cefaloni – Città Nuova
Le navi della Sumud Flotilla arriveranno nelle vicinanze di Gaza nel pieno dell’atto finale dell’occupazione militare israeliana con il contemporaneo spostamento forzato della popolazione palestinese. Un’operazione ampiamente annunciata dal governo Netanyahu, nonostante il dissenso interno di parte dell’esercito di Tel Aviv, di settori della società civile israeliana e la condanna di una larga parte della comunità internazionale.
Ha sorpreso la partecipazione popolare a sostegno della missione umanitaria, che stavolta avrà dimensioni di gran lunga maggiori delle precedenti iniziative andate ad infrangersi nella reazione delle forze armate e di polizia israeliane.
Preoccupano, comunque, le minacce pronunciate dal ministro Ben Gvir che ha promesso ai naviganti solidali lo stesso trattamento riservato ai terroristi. I sindacati coinvolti direttamente nella Flotilla hanno annunciato di promuovere lo sciopero generale in caso di ostacolo alla missione, ma hanno già proclamato alcune ore di sciopero nelle giornate di venerdì 19 settembre da parte della Cgil e lunedì 22 settembre per iniziativa dell’Usb, sigla che rappresenta i portuali del Calp di Genova.
Sul sito globalsumudflotilla.org/ è accessibile in tempo reale l’iter aggiornato delle imbarcazioni dirette a Gaza. Ma cosa spinge così tante persone a mettersi in mare per compiere un’operazione che andrà incontro a dei pericoli e appare destinata a non realizzarsi di fronte all’annunciato intervento delle forze armate israeliane?
Lo abbiamo chiesto ad Antonio Mazzeo, giornalista di inchiesta e attivista pacifista tra i più esperti nel campo degli armamenti, che ha partecipato nel luglio scorso alla missione della Freedom Flotilla con l’imbarcazione Handala, fermata poi in mare dagli incursori della Marina militare israeliana. Mazzeo è stato arrestato e poi espulso verso l’Italia.
Cosa vi ha spinto in questa impresa che ora vede coinvolte un gran numero di imbarcazioni salpate verso Gaza?
Le “Freedom Flotilla” (Fronte della Libertà) che cercano di raggiungere Gaza sono composte di persone di diversa provenienza che avvertono prima di tutto un profondo senso di impotenza e nausea nei confronti del comportamento dei vari governi di fronte a quello che appare sempre di più apertamente come il genocidio in diretta del popolo palestinese.
Mi pare riduttivo restringere la responsabilità solo al governo Netanyahu o ad alcuni elementi estremisti e suprematisti. Chi si mette in moto è spinto dalla consapevolezza collettiva che i governi occidentali e notevoli gruppi economici e finanziari sono complici dei crimini commessi, e sente perciò il dovere di agire direttamente, rifiutando di delegare a chi sostiene indirettamente o direttamente il genocidio. leggi l’articolo intero