Tre milioni di persone in piazza per Gaza, mettendoci la faccia
Folle oceaniche a Roma e in altre cento città, ma anche aggressioni ai manifestanti. Gli italiani hanno scioperato, provando a isolare chi voleva provocare disordini. Sono ripartite le navi della Flotilla, con decine di medici che trasportano farmaci. In Israele si ricordano le vittime e gli ostaggi dell’attentato del 7 ottobre. La comunità internazionale chiede la loro immediata scarcerazione
Da CITTA’ NUOVA- Sara Fornaro
l piano di pace di Trump? “Non è un piano e non porta necessariamente alla pace”. È un’iniziativa politica, che potrebbe avere come lati positivi la fine dei bombardamenti indiscriminati a Gaza, la liberazione degli ostaggi israeliani – il 7 ottobre saranno due anni che sono sequestrati – e la scarcerazione delle migliaia di prigionieri palestinesi tenuti nelle carceri israeliane senza processo. È il commento dell’ambasciatore Pasquale Ferrara per il quale, con la cessazione delle ostilità, si potrebbero riaprire i valichi e mettere fine all’affamamento dei palestinesi. Condizioni previste già dalle passate tregue realizzate dal 2003 ad oggi. Della proposta del presidente statunitense discuteranno i rappresentanti di Hamas e Israele da oggi in Egitto.
Intanto, continuano i massicci bombardamenti su Gaza, con decine di morti. Preoccupante anche la situazione di Cisgiordania, dove – ha spiegato il cardinale Pierbattista Pizzaballa – «la situazione continua a deteriorarsi. Sono ormai quotidiani i problemi che le nostre comunità sono costrette ad affrontare, soprattutto nei piccoli villaggi, sempre più accerchiati e soffocati dagli attacchi dei coloni, senza sufficiente difesa delle autorità di sicurezza. […] Abbiamo sentito molte volte ripetere in questi ultimi mesi che bisogna usare la forza e solo con la forza si può imporre la pace. Non sembra – ha commentato il patriarca latino di Gerusalemme – che la storia abbia insegnato molto, purtroppo. Però, in Terra Santa e nel mondo, vediamo sempre più spesso la reazione indignata della società civile a questa arrogante logica di potere e di forza. Le immagini di Gaza hanno ferito nel profondo la comune coscienza di diritti e di dignità che abitano il nostro cuore».
2 OTTOBRE – L’ATTACCO ISRAELIANO AI CASCHI BLU DELL’ONU
Le granate israeliane hanno sfiorato anche i soldati della missione di pace dell’Onu in Libano Unifil, guidata dal nostro generale Diodato Abagnara, alla quale partecipano un migliaio di italiani. Il 2 ottobre vicino ai caschi blu sono esplose diverse granate: una a venti metri sopra le loro teste. Un’altra a 30-40 metri, un’altra ancora a 500 metri. Eppure, scrive l’Unifil, l’esercito israeliano era stato informato in anticipo della loro posizione. Questi nuovi attacchi “dimostrano disprezzo per la sicurezza delle forze” di pace dell’Onu e dell’esercito libanese e violano la risoluzione 1701 del Consiglio di Sicurezza. «Invitiamo le Forze di Difesa israeliane a cessare gli attacchi contro o in prossimità delle forze di peacekeeping, dei civili e dei soldati libanesi». Nessun commento dal governo italiano. Nemmeno dal ministro della Difesa Guido Crosetto, che aveva giudicato inaccettabili i precedenti attacchi. In quelle stesse ore, del resto, il governo ringraziava i ministri israeliani perché nell’arrembaggio della Global Sumud Flotilla in acque internazionali non c’erano state violenze.
2 OTTOBRE – 2 MILIONI DI ITALIANI IN SCIOPERO PER LA LIBERAZIONE DEI VOLONTARI
Alla vigilia della partenza della Flotilla per cercare di superare il blocco illegale di Israele e portare aiuti alla popolazione affamata, i portuali di Genova e il sindacato USB lo avevano promesso: se il governo di Benjamin Netanyahu avesse arrestato illegalmente i volontari, avrebbero bloccato l’Italia per chiedere al governo di farli tornare in patria sani e salvi.
Alla notizia dell’arrembaggio delle navi, in Italia e in altri Paesi sono nate manifestazioni spontanee, culminate il 2 ottobre in un grande sciopero nazionale, al quale ha aderito anche la CGIL. Una mobilitazione inedita, che ha portato pacificamente nelle piazze due milioni di persone e ha visto l’adesione anche di poliziotti e carcerati. leggi tutto