Da Betlemme la voce di Rami e Bassam: due padri, israeliano e palestinese, uniti dal dolore e dalla speranza di pace

A Betlemme, l’incontro con Rami Elhanan, israeliano, e Bassam Aramin, palestinese, entrambi padri che hanno perso una figlia nel conflitto. Oggi, attraverso il Parents Circle Families Forum, trasformano il dolore in impegno per la riconciliazione. “Chi vuole odio e guerra è pazzo – dicono – possiamo e vogliamo vivere da fratelli”

Da AgenSir – Gianni Borsa

(da Betlemme) “La nostra è l’unica associazione al mondo che non cerca nuovi membri”. Lo dice con un mezzo sorriso Rami Elhanan. Un sorriso generoso ma, in fondo, amaro. Israeliano, 75 anni, figlio di un sopravvissuto all’Olocausto, ora fa parte dei Parents Circle Families Forum, organizzazione fondata nel 1995 in Terra Santa e che riunisce genitori israeliani e palestinesi che hanno perso un figlio a causa del conflitto. Rami si è visto uccidere una figlia. Esattamente come il suo “caro amico” Bassam Aramin, già attivista palestinese per la pace, e ora convinto sostenitore dei Parents Circle.

Rami e Bassam raccontano la loro storia ai vescovi lombardi, in pellegrinaggio nella terra di Gesù, cara alle grandi religioni monoteiste. Hanno già spiegato altre volte la loro vicenda personale e familiare, sono volti conosciuti del pacifismo in questa terra di divisioni e di sofferenza. Ma non si tirano indietro.

Si presentano ai vescovi, qui a Betlemme, abbracciati. Rami Elhanan torna agli anni giovanili, arruolato nelle Forze di difesa israeliane: combatte la guerra dello Yom Kippur e si congeda nel 1973. Nella sua memoria ci sono patriottismo e disagio per la situazione del suo Paese. Sposa Nurit Peled e avranno quattro figli. La prima Smadar, “una ragazza brillante, bella, piena di gioia”. “La mia vita è cambiata il 4 settembre 1997: due kamikaze palestinesi si sono fatti esplodere in una via centrale di Gerusalemme, causando sei vittime, tra loro la mia Smadar”.

[…] “Ho iniziato a frequentare uomini e donne come noi, con lo stesso dolore. Ci raccontavano la nostra stessa storia… Non so dire come e perché, ma adagio adagio ho capito che è necessario spezzare la spirale dell’odio. Solo così potremo vivere in pace. Basta sopraffazioni, basta violenza”. E lo dice in una terra e in un tempo in cui il suono delle armi prosegue, apparentemente senza sosta.

Accanto a lui c’è Bassan Aramin, già fondatore dei “Combatants for Peace”. Bassam è di Hebron, nato – dice – nel 1968 in “un contesto molto difficile per via dell’occupazione israeliana”.

[…] Nel 2005 Bassam Aramin crea un gruppo di discussione tra palestinesi ed ex soldati israeliani vicini alla causa palestinese: nascono i “Combatants for peace”, che credono nella lotta non violenta. Ma tutto precipita di nuovo il 16 gennaio 2007: una dei sei figli di Bassam, Abir, dieci anni, viene uccisa da un soldato israeliano mentre cammina in strada, all’uscita da scuola. Abir Aramin muore dopo due giorni all’ospedale Hadassah di Gerusalemme, lo stesso in cui era nata. leggi l’articolo intero