Consiglio dei Giovani del Mediterraneo: bilancio e nuovi progetti in attesa dell’incontro con Leone XIV. Hamalaya: “Essere ponti di convivenza”

L’assemblea del Consiglio dei Giovani del Mediterraneo, in programma dal 30 agosto al 7 settembre tra Roma, Fiesole e Firenze, riunisce 34 delegati da 20 Paesi. Al centro pace, dialogo interreligioso, ambiente e dottrina sociale. Dopo due anni di progetti e gemellaggi, i giovani vivranno il pellegrinaggio giubilare e l’atteso incontro con Papa Leone XIV

Da AgenSir – Daniele Rocchi

Si svolgerà dal 30 agosto al 7 settembre, tra Roma, Fiesole e Firenze, l’Assemblea annuale del Consiglio dei Giovani del Mediterraneo, voluto dalla Conferenza episcopale italiana come opera segno dopo il Forum di vescovi del Mediterraneo del 2022, composto da 34 ragazzi provenienti da 20 Paesi che si affacciano sul Mare Nostrum. È coordinato dalla Rete “Mare Nostrum”, composta dalla Fondazione Giorgio La Pira, dalla Fondazione Giovanni Paolo II, dall’Opera per la Gioventù Giorgio La Pira Odv e dal Centro Internazionale Studenti Giorgio La Pira. “Saranno giorni impegnativi – spiega al Sir Tina Hamalaya, libanese, segretaria del Consiglio dei giovani del Mediterraneo – che vedranno tutti i partecipanti impegnati a tracciare un bilancio del lavoro svolto negli ultimi due anni e delineare nuovi progetti e prospettive future”. I giovani, tutti sotto i 35 anni di età, parleranno, tra i vari argomenti, anche di dottrina sociale della Chiesa, di pace, di dialogo interreligioso e di ambiente. Il programma prevede (4 settembre) anche un incontro con don Riccardo Pincerato, responsabile del Servizio nazionale per la pastorale giovanile, con il sottosegretario della Cei, don Gianluca Marchetti e con il Segretario generale della Cei, mons. Giuseppe Baturi. Sarà quest’ultimo a guidare il pellegrinaggio giubilare dei giovani del Consiglio il 5 settembre, giorno in cui è fissata l’udienza con Papa Leone XIV.

L’insegnamento di La Pira. “L’Assemblea cade in un momento storico particolarmente teso e complesso – riconosce Hamalaya –. Sulle sponde del Mediterraneo si sta combattendo una guerra cruenta che ci interpella innanzitutto come giovani e come Consiglio”.

“Ribadiamo, davanti a quanto sta accadendo, il nostro impegno ad agire da ‘ponti’ per promuovere spazi di pace, dialogo e di convivenza”.

Torna forte e centrale, allora, l’insegnamento del sindaco di Firenze, Giorgio La Pira che vedeva nel Mediterraneo un nuovo “lago di Tiberiade” nel quale da Oriente e da Occidente le nazioni “vengono a bagnarsi”.

La plenaria 2025, dunque, rappresenta “un ulteriore passo nel cammino condiviso dei giovani, che si pongono al centro di una prospettiva di futuro per le comunità ecclesiali e civili del Mediterraneo”.b

La fondazione del Consiglio, infatti, richiama direttamente la figura di La Pira, che – come sindaco di Firenze – in piena Guerra Fredda aveva immaginato un’Europa che comprendesse la Russia fino agli Urali ed un Mediterraneo pacificato e cooperante, intreccio di tre continenti e centro propulsore di cultura”. Per questo aveva dato vita ai Colloqui Mediterranei, riunendo a Firenze i rappresentanti dei popoli bagnati dallo stesso mare, popoli fratelli (ebrei, cristiani e musulmani) la cui comune radice culturale è rappresentata dal patriarca Abramo. Un tema caro anche a Giovanni Paolo II, che auspicava “il superamento delle divisioni interne all’Europa, frutto di un respiro ecumenico fatto ‘con due polmoni’: quello delle Chiese orientali e quello delle Chiese di Occidente”. leggi tutto

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