Laura Santi. Marina Casini: “Ho pregato per lei ma la morte ‘solidarizzata’ con l’aiuto al suicidio è una sconfitta”
Silenzio e profonda compassione per la giornalista malata di sclerosi multipla e morta il 21 luglio ricorrendo al suicidio assistito, ma “sulla cultura mortifera non si deve tacere” perché “la morte si accoglie ma non si somministra”. Ne è convinta la presidente del Mpv, Marina Casini, che aggiunge: “Nessuna legge che approvi e favorisca in qualche modo il suicidio assistito può considerarsi giusta”. E se è doveroso tentare di “limitarne gli aspetti iniqui”, la vera risposta è “l’accoglienza e la protezione concreta, efficace ed effettiva, a 360 gradi, delle persone fragili che dovrebbero avere corsie preferenziali per la cura e l’assistenza da parte di tutto il Ssn”
Da AgenSir – Giovanna Pasqualin Traversa
Morire “con dignità” per porre fine a sofferenze divenute intollerabili. È l’espressione più utilizzata per giustificare scelte di suicidio medicalmente assistito. Come quella della giornalista perugina Laura Santi, 50 anni, affetta da una forma progressiva e avanzata di sclerosi multipla e morta il 21 luglio a casa sua dopo essersi auto-somministrata un farmaco letale. Laura, in possesso dei requisiti stabiliti dalla sentenza 242/2019 della Corte costituzionale, è l’ultima delle nove persone che ad oggi hanno ottenuto in Italia il via libera per l’accesso alla morte volontaria assistita. Una scelta, la sua, che spinge ad intuire con profonda compassione il livello di sofferenza e di fatica che la attraversavano per spingerla ad un gesto così estremo. Ma che al tempo stesso interroga sul senso più autentico della compassione, non pietismo a buon mercato ma presenza, condivisione e accompagnamento di chi soffre, e sul valore della vita nella consapevolezza che la difesa dell’esistenza di ogni persona è lo specchio di quanto si difende la propria, quella di ciascuno, in particolare delle persone più fragili, di chi potrebbe sentirsi abbandonato o ritenere di costituire un peso per gli altri. Mentre è in corso il dibattito parlamentare (e pubblico) sul testo unificato recante “Modifica all’articolo 580 del Codice penale e ulteriori disposizioni esecutive della sentenza n. 242 della Corte costituzionale del 22 novembre 2019”, dopo alcuni giorno di silenzio abbiamo raccolto la riflessione di Marina Casini (nella foto), presidente del Movimento per la vita italiano.
Marina, che cosa ha provato e che cosa si sente di dire sulla morte di Laura Santi?
Ho provato tristezza e ho pregato per lei, per i suoi cari e per chi l’ha aiutata a darsi la morte. Penso che dietro alla spavalderia ostentata dai fautori del suicidio assistito, ci sia uno smarrimento della nostra comune umanità.
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