Un figlio di una nostra famiglia, dall’inizio dell’anno, svolge attività di operatore presso una struttura che ospita 80 immigrati richiedenti asilo provenienti dal Bangladesh, Pakistan e India. Ciò ci ha consentito di sentire dalla sua viva voce di questa realtà.
Quel pomeriggio iniziammo le visite mediche in un ambulatorio medico improvvisato sul momento, un lenzuolo delimitava un angolo di un grande salone adibito a magazzino e ad altri usi. Via via che i rifugiati entravano affioravano alla mia mente varie domande: che futuro ci poteva essere per queste persone? La loro richiesta d’asilo sarebbe stata accolta? Quali sensazioni si possono avvertire quando si è lontano dai familiari e non sai quali cambiamenti potranno accadere nella tua vita?
Durante la traversata del mediterraneo è caduto in acqua… Sono stati cacciati in malomodo dalla Libia quando è iniziata la guerra… messi sui barconi, spediti in Italia, rubato tutto… Questo accusa dolore alla gamba ecc”. Nella confusione di voler capire, senza avere strumenti adeguati per farlo (il problema della lingua) l’educatore ci aiutava a guardare con calma, serenità e rispetto ogni persona, ascoltandola davvero”
Nel corso dei 10 giorni di degenza due volontari infermieri si sono alternati nell’assistenza. M. tutte le mattine, prima di iniziare il lavoro, si è recata da M. per aiutarlo nell’igiene personale, come si fa per un familiare, sostituita il sabato e la domenica dall’altro volontario.