Da qualche settimana rimbalzano nelle varie testate giornalistiche e social network i video del parlamento spagnolo che acclama la decisione del Governo di sospendere l’acquisto di materiale bellico di tecnologia israeliana. Sono state accolte le pressioni di alcuni parlamentari a seguito del genocidio del popolo palestinese in atto.
Il cosiddetto «piano di disconnessione tecnologica» dall’industria militare israeliana può definirsi un gesto simbolico, ma significativo che almeno prova a scuotere ancora l’opinione pubblica e prendere le distanze da Israele. Lo stesso riverbero hanno avuto le parole Michele Emiliano, presidente della Regione Puglia, che attraverso una lettera indirizzata ai dirigenti e ai dipendenti della Regione, delle Agenzie e delle società partecipate invita a «interrompere ogni rapporto di qualunque natura con i rappresentanti istituzionali del Governo israeliano e con tutti quei soggetti ad esso riconducibili che non siano apertamente e dichiaratamente motivati dalla volontà di organizzare iniziative per far cessare il massacro dei palestinesi nella Striscia di Gaza».
L’appello, espresso anche attraverso un video del governatore, è arrivato fino alla redazione di Al Jazeera. Emiliano intende precisare che la misura è presa nei confronti del governo Netanyahu e non del popolo israeliano che in più parti del mondo sta manifestando contro la violenza feroce scagliata contro inermi palestinesi.
Si accoda alla posizione della Regione anche il Consiglio Comunale di Bari che ha stilato un testo in cui dichiara non gradita la presenza dello Stato di Israele alla prossima Fiera del Levante e nei Saloni specializzati, sino a quando non porrà fine all’intervento militare nella Striscia di Gaza e alla violazione dei diritti umani della popolazione civile.
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Alla Puglia, prima regione che si astiene dai rapporti istituzionali con il primo ministro israeliano, si è accodata anche l’Emilia-Romagna. leggi tutto