Non siamo il campo profughi d’Europa:

nel 2022 su 965mila richieste d’asilo presentate nell’Unione europea, l’Italia ne ha registrate 77mila, contro oltre 200mila in Germania e più di 100mila in Francia e Spagna.

Le rappresentazioni distorte si traducono poi in almeno tre diversi trattamenti politici dei nuovi arrivati. Il primo approccio riguarda i profughi ucraini, a due anni dall’invasione russa. L’Italia, con il governo Draghi, ne ha accolti circa 170mila, senza porre limitazioni numeriche, né vincoli relativi alla loro circolazione, all’accesso al mercato del lavoro, alla fruizione dei vari servizi sanitari, sociali ed educativi. Roma ha applicato una direttiva dell’Ue, ma è rimarchevole il fatto che l’accoglienza non ha suscitato polemiche politiche, né resistenze sociali. Con l’attuale governo è proseguita, senza scosse e senza ripensamenti. Sarebbe difficile sostenere che i profughi ucraini non pesino sul sistema di welfare, eppure – fortunatamente – nessuno ha eccepito.
Il secondo caso scaturisce direttamente dalle disposizioni governative emanate nel 2023. leggi tutto