Rwm in Sardegna, triplicare la produzione di bombe?

La società controllata dalla multinazionale tedesca Rheinmetall intende aumentare la produzione bellica  e allargare lo stabilimento di Domusnovas e Iglesias, nonostante una decisione contraria del Consiglio di Stato emessa nel 2021 per mancanza di autorizzazioni ambientali. La presidente della Regione Alessandra Todde è sotto pressione del governo nazionale di parte della maggioranza che la sostiene. Una questione emblematica che vede l’opposizione attiva di associazioni  e movimenti che lavorano per un’economia libera dalla guerra

Da città Nuova – Arnaldo Scarpa

Quando, nel 2017, nacque il Comitato per la Riconversione della fabbrica di bombe Rwm, il gruppo tedesco Rheinmetall, proprietario al 100% di Rwm e degli stabilimenti di Domusnovas-Iglesias e Ghedi, aveva appena annunciato un investimento di circa 40 milioni di euro, finalizzato alla triplicazione dei regimi di produzione nello stabilimento sardo.

Da allora, Rwm ha presentato, ai comuni di Iglesias e Domusnovas, alcune decine di richieste di autorizzazione edilizia. Ogni nuova richiesta, che si trattasse di impianti, edifici, strade, spianamenti o innalzamenti dei terreni, o di modifiche alla situazione idrografica dell’area, è stata presentata singolarmente, senza essere mai essere inserita in un progetto complessivo.

Ciò, apparentemente, per evitare lungaggini e approfondimenti come la VIA e la VINCA (Valutazione dell’Impatto Ambientale e Valutazione di incidenza), anche quest’ultima necessaria, in quanto la fabbrica si trova nelle immediate vicinanze di un’area Natura 2000, tutelata dall’Unione Europea per la presenza di endemismi floristici e faunistici di pregio.

La relativamente piccola dimensione dei progetti presentati ha, di volta in volta, consentito che le autorizzazioni venissero date celermente, senza l’attivazione delle suddette procedure.

Nel 2021, però, la sentenza definitiva del Consiglio di Stato, adìto da alcune associazioni ambientaliste e da alcuni sindacati radicati nel territorio, ha stabilito che le autorizzazioni fossero da considerare nulle e illegittime in quanto: – a) promulgate senza considerare il progetto di espansione nel suo insieme; – b) il progetto sarebbe dovuto essere obbligatoriamente assoggettato a VIA, in quanto si tratta di uno stabilimento chimico.

Nel frattempo, la RWM Italia S.p.A. aveva però completato i lavori, realizzando anche un’area adibita a prove di scoppio di materiali esplosivi en plein air, per cariche fino a 10 Kg.

Anche questa parte era stata autorizzata dal Comune di Iglesias, con i pareri favorevoli o col silenzio/assenso degli enti preposti (VV. FF., Ass. Ambiente, ecc.).

L’intero progetto, per il Consiglio di Stato, doveva essere congelato fino a quando la proprietà non avesse ottemperato agli obblighi di VIA e VINCA ex-post e non avesse ottenuto l’autorizzazione regionale. In pratica, ciò che è impossibile per un privato cittadino, regolarizzare un’opera abusiva in assenza di una specifica legge di condono, risultava invece praticabile per un’attività economica, anche se produce bombe!  leggi tutto