CANTIERI: ESPERIENZA CONCLUSA, MA E’ SOLO UN INIZIO…2

DAL CANTIERE DI VERONA

L’inaugurazione del DADO DELLA PACE, che i ragazzi avevano costruito nei giorni precedenti, ha concluso sabato 20 luglio  il Cantiere di Lavoro 2019: cerimonia semplice, ma densa di significati, davanti alla scuola di Rivoli. Questo uno dei tanti segni tangibili che anche quest’anno il Cantiere ha lasciato nel territorio, come la tinteggiatura con murales al sottopasso di Garda, e di un corridoio del ristorante/hotel “La Groletta” (gestito dalla cooperativa Panta Rei, che si occupa di inserimento lavorativo di persone svantaggiate); ma hanno anche  ristrutturato appartamenti destinati a famiglie senza tetto, ripulito parchi comunali.

Tuttavia i segni più importanti che i ragazzi hanno lasciato sono quelli invisibili, perché impressi nei loro cuori e in quelli delle tante persone che hanno incontrato in questa settimana. Soprattutto nelle attività rivolte a persone con difficoltà: accoglienza di disabili, casa di riposo Villa Spada, e Casa Nazareth,  al Gresner; alla mensa dei poveri a S.Bernardino, e al Samaritano.  “Al campo di lavoro ho potuto rendermi conto di avere talenti che posso mettere a disposizione degli altri.” Cosi ci ha detto una ragazza ” Riesco così a migliorare, anche solo attraverso piccoli gesti, la realtà che mi circonda e gioire del sorriso di un nonno o di un disabile per un piccolo atto d’amore compiuto solo per lui. Farlo insieme ad altri ragazzi mi ha dato la speranza per un futuro migliore. ” Gioiosa l’assistenza ai bambini di un Grest locale. Tante sono state le occasioni per incontrare l’altro e portare un po’ di calore umano vivendo l’unica grande regola di tutto il cantiere : Fai agli altri ciò che vorresti fosse fatto a te.

Così sono stati giorni faticosi, perché l’Amore concreto ha bisogno di muscoli e di pazienza, ma pieni di gioia in cui tutti abbiamo cercato di affinare quell’Arte di Amare che Chiara Lubich ci ha trasmesso. Tutti abbiamo cercato di privilegiare i rapporti per creare un clima di famiglia, e come ha detto un ragazza l’ultima sera: “quando finivamo l’attività e dicevamo <è ora di tornare a casa> (intendendo la struttura che ci accoglieva), sentivo proprio che questa era la nostra casa e noi tutti fratelli”. 

I ragazzi protagonisti del Campo erano 64, di cui 5 arrivati da Genova. Una ventina di adulti li ha accompagnati in questa esperienza per tutta la settimana, più tanti altri che hanno donato anche solo
una giornata e i gen 2 che hanno contribuito ad animare le serate. Tutte presenze fondamentali per la riuscita di questo Cantiere.

L’ultima sera nel cerchio finale tutti, ragazzi e adulti insieme, hanno potuto esprimere il proprio pensiero ed è impossibile riuscire a trasmettere l’entità delle emozioni che sono state condivise. Ma ciò che è emerso maggiormente è la gioia di aver conosciuto persone nuove con le quali si è instaurato subito un legame forte….un legame di Unità.

Dalle impressioni dei ragazzi riceviamo tutti una speranza rinnovata per un futuro migliore; così ci hanno scritto

“Una cosa che mi è rimasta del campo è il fatto che quest’anno siano arrivate così tante facce nuove tra noi Ragazzi Per l’Unità. Questo fatto mi fa sperare che il messaggio del campo si possa diffondere tra i giovani di tutte le età, dando esperienze che rimarranno per sempre nella loro e nella nostra memoria.”

 “In questo campo abbiamo potuto imparare come anche il più piccolo contributo sia importante, e come anche il più piccolo tra noi può collaborare per far sì che questo mondo diventi il mondo di pace e unità per cui lottiamo!”

 “In questo campo si è visto come ogni ragazzo ha dato il 100% di se mettendoci coraggio e voglia di fare, in ogni nuova esperienza vissuta, cercando di vivere al suo meglio la regola d’oro; del fare agli altri cioè che vorremmo fosse fatto a noi.”