Leone XIV: lasciarsi alle spalle le contese, sradicare ogni volontà di conquista
Il Papa incontra il Corpo diplomatico accreditato presso la Santa Sede e ricorda l’azione della diplomazia pontificia volta “non a cercare privilegi” ma a “raggiungere ogni singola persona di questa terra”. Il Pontefice invoca pace e giustizia e rilancia l’impegno della Chiesa ad affrontare le sfide di migrazioni, creato, IA, usando anche “un linguaggio schietto”. Infine esorta a “costruire società armoniche”, investendo sulla famiglia, fondata sull’unione uomo-donna
Da Vatican news – Salvatore Cernuzio – Città del Vaticano
Pace, giustizia, verità. Pace, intesa non solo come assenza di guerra ma come “dono attivo” che si costruisce a partire dal cuore e dal linguaggio e che mira a lasciarsi alle spalle le “contese” vecchie e nuove. Giustizia perché “la Santa Sede non può esimersi dal far sentire la propria voce dinanzi ai numerosi squilibri e alle ingiustizie” presenti nel mondo. Verità che consente di affrontare “con miglior vigore” sfide quali migrazioni, uso etico dell’intelligenza artificiale, salvaguardia della Terra. Papa Leone XIV riceve il Corpo diplomatico accreditato presso la Santa Sede e – come già nel suo primo discorso dalla Loggia delle Benedizioni – indica le direttrici del suo pontificato, nonché “pilastri dell’azione missionaria della Chiesa e del lavoro della diplomazia della Santa Sede”.
L’azione della diplomazia pontificia
Il Pontefice – introdotto dal saluto del decano, George Poulides, ambasciatore della Repubblica di Cipro – ringrazia i diplomatici per i messaggi di auguri ricevuti in occasione dell’elezione. Alcuni, rivela, sono giunti anche da Paesi coi quali la Santa Sede non intrattiene relazioni diplomatiche: “Si tratta di un significativo attestato di stima, che incoraggia l’approfondimento dei rapporti reciproci”.
Il Papa ricorda poi che l’azione della diplomazia pontificia “è animata da una urgenza pastorale che la spinge non a cercare privilegi ma ad intensificare la sua missione evangelica a servizio dell’umanità”.
Essa combatte ogni indifferenza e richiama continuamente le coscienze, come ha fatto instancabilmente il mio venerato predecessore, sempre attento al grido dei poveri, dei bisognosi e degli emarginati, come pure alle sfide che contraddistinguono il nostro tempo, dalla salvaguardia del creato all’intelligenza artificiale
[…] La pace, dono attivo
Leone XIV si sofferma quindi sul pilastro della “pace”, parola troppe volte considerata “negativa”, intesa, cioè, “come mera assenza di guerra e di conflitto, poiché la contrapposizione è parte della natura umana e ci accompagna sempre, spingendoci troppo spesso a vivere in un costante ‘stato di conflitto’: in casa, al lavoro, nella società”.
La pace allora sembra una semplice tregua, un momento di riposo tra una contesa e l’altra, poiché, per quanto ci si sforzi, le tensioni sono sempre presenti, un po’ come la brace che cova sotto la cenere, pronta a riaccendersi in ogni momento
Nella prospettiva cristiana – e anche in quella di altre esperienze religiose – “la pace è anzitutto un dono”, un “dono attivo, coinvolgente, che interessa e impegna ciascuno di noi, indipendentemente dalla provenienza culturale e dall’appartenenza religiosa, e che esige anzitutto un lavoro su sé stessi”. “La pace si costruisce nel cuore e a partire dal cuore, sradicando l’orgoglio e le rivendicazioni, e misurando il linguaggio, poiché si può ferire e uccidere anche con le parole, non solo con le armi”, rimarca il Pontefice.
LEGGI QUI IL TESTO INTEGRALE DEL DISCORSO DI PAPA LEONE XIV