HALLOWEEN: DA USANZA STILE ORROR A FESTA DI LUCE

Holloween, festa horror che i più piccoli, ingenuamente, scambiano per una carnevalata. Marilena ci racconta come sia riuscita a trasformare questa usanza in un momento di luce.

Da qualche anno ho un rapporto un po’ difficile con Halloween: non condivido questa festa e ho brutti ricordi per un’esperienza passata. Continuavo a pensare come superare questa cosa con un’azione contraria, più benefica.

Il 31 ottobre, stavo sistemando il giardino e vedo arrivare 4 ragazzini al mio cancello e dirmi :”dolcetto scherzetto”. Mi trovo un po’ spiazzata, ma sento di voler amare questi ragazzini. Subito li saluto con un sorriso, chiedo i loro nomi e mi complimento per i loro costumi.  In particolare do risalto alle maschere così mostruose: labbra cucite, sangue, uno ha la maschera dell’urlo di Munch. Un solo bambino è senza maschera, ma ha il viso truccato di bianco e i capelli dipinti di azzurro.

Chiedo “ma voi avete paura della morte?” Uno risponde che ha un po’ di paura e domando allora perché si vestono così. Non mi sanno rispondere.

Allora dico loro che darò sicuramente dei dolcetti anche se io festeggio invece la Luce. Racconto che ho lavorato tanti anni con persone morenti e non si ha paura se si ama. Dico dei piccoli gesti che facevo ai malati: una carezza, un sorriso, una gentilezza…

Volevo capire se fossero cristiani e mi dicono che vanno in chiesa. Così prendo coraggio e dico che ci sono persone che hanno vissuto amando sempre nella loro vita. Può anche succedere che si diventa santi come una ragazza di 18 anni che amava lo sport, gli amici, la scuola e che ha avuto la sfortuna di avere un tumore alle ossa. Però ha continuato ad amare e perfino ha rifiutato la morfina per essere sveglia per amare chi andava a trovarla. Racconto che attraverso questa ragazza Dio ha fatto un miracolo e presto sarà santa.

Ho un ascolto che mi stupisce: avevo i loro occhi puntati addosso, tutti molto attenti. Ad un certo punto un bambino si è tolto la maschera come per dire – aspetta, che questa cosa mi interessa: avevo attirato il loro interesse. Il nome di questa ragazza è  Chiara Luce Badano e li ho invitati ad  andare coi loro genitori su Internet, a vedere la sua storia.

Mi stavo commuovendo per i loro sguardi così puri; sembravano assetati di cose diverse. Non ho più parlato e detto che mi attendessero mentre andavo in casa a prendere i dolcetti. Al mio ritorno tutti erano a viso scoperto: avevano veramente dei bellissimi volti e stupendi occhietti. Mi sono poi interessata un po’ della loro scuola, erano in prima media. Poi ci siamo salutati, mi hanno ringraziato e mi hanno assicurato che avrebbero guardato in internet, la storia di quella ragazza che portava la luce.

Nel lasciarli una grande commozione e una profonda gioia mi riempiva l’animo.