#1euroafamiglia. Riccardi: “Superate le 10mila donazioni, raccolti quasi 120mila euro, aiutate un centinaio di famiglie”

“#1euroafamiglia”, la campagna disostegno alle famiglie in difficoltà economica temporanea, promossa dalla Fondazione Forum delle associazioni familiari, una realtà nata dalla rete del Forum delle associazioni familiari, continua la sua attività anche nel 2022.

Da AgenSir 22 Agosto 2022  Gigliola Alfaro

“Le richieste sono state inoltrate in pari quantità da padri e madri, quando però svolgiamo i colloqui di conoscenza parliamo se possibile con ambedue. Chiedono aiuto perché non sono riusciti a sostenere le rate d’affitto, spesa che può essere posticipata dando priorità ad altro, ma che poi, accumulandosi mensilità, diventa un problema. Abbiamo pagato bollette e costi legati a terapie per figli con necessità particolari”, ci racconta la vice presidente nazionale del Forum

“#1euroafamiglia”, la campagna disostegno alle famiglie in difficoltà economica temporanea, promossa dalla Fondazione Forum delle associazioni familiari, una realtà nata dalla rete del Forum delle associazioni familiari, continua la sua attività anche nel 2022. Nato per rispondere all’emergenza Covid, il Fondo risponde alle necessità di famiglie che continuano a fare i conti con gli strascichi della pandemia, con il caro bollette, con l’inflazione e il lavoro ancora insufficiente e, da quest’anno, con la guerra. Ne parliamo con Cristina Riccardi, vice presidente del Forum nazionale delle associazioni familiari.

Come sta procedendo “#1euroafamiglia”? Quante famiglie vi hanno contatto e quante ne avete raggiunto finora?

Il progetto prosegue molto bene, soprattutto grazie alla costanza di quanti si sono impegnati attraverso il sistema di donazione periodica.

In totale abbiamo superato le 10.000 donazioni con più di 1.300 donatori di cui 700 sono donatori periodici. Abbiamo così raggiunto una raccolta fondi di quasi 120.000 euro di cui circa 90.000 sono stati donati a un centinaio di famiglie che ci hanno contattato.

Direi che è stato capito il senso del progetto, ovvero che non si chiedevano grandi donazioni ma un impegno piccolo e costante a supporto di bisogni diffusi. L’elemento che non ci aspettavamo è stato la difficoltà per le famiglie a gestire il post-Covid. Ci immaginavamo che gli strascichi economici sarebbero stati lunghi, ma certo non ci immaginavamo che sarebbero stati appesantiti dagli effetti della guerra in Ucraina.

Qual è l’identikit delle famiglie che vi chiedono aiuto?

Sono famiglie, molte di loro numerose, che abitano soprattutto nelle grandi città e in particolare in quelle del Centro-Sud, molte nella Capitale. Non mancano richieste d’aiuto da parte di separati, la maggior parte padri. Le richieste sono state inoltrate in pari quantità da padri e madri, quando però svolgiamo i colloqui di conoscenza parliamo se possibile con ambedue. Chiedono aiuto perché non sono riusciti a sostenere le rate d’affitto, spesa che può essere posticipata dando priorità ad altro, ma che poi, accumulandosi mensilità, diventa un problema. Abbiamo pagato bollette e costi legati a terapie per figli con necessità particolari. Fenomeno che ci ha stupito è quanto le famiglie facciano ricorso a forme di finanziamento per l’acquisto di beni necessari come, ad esempio, frigoriferi, lavatrici, auto… Questo fenomeno genera rate che, se non saldate, possono creare non pochi problemi. […]

Quali sono i prossimi obiettivi della campagna? Pensate di rilanciarla in qualche modo per farla conoscere di più sia a chi può donare sia a chi può chiedere aiuto?

#1euroafamiglia è nato, come sappiamo, per far fronte un un’emergenza, quella del Covid, che speravamo sarebbe rientrata. In realtà ha messo in evidenza la precarietà economica delle famiglie, soprattutto se con più figli. Come ho già detto, le conseguenze della guerra stanno ulteriormente mettendole alla prova. Quindi non possiamo che andare avanti. A breve ripartirà una campagna di comunicazione che ricordi a chi può sostenere il progetto di farlo, ma anche a chi ha bisogno di chiedere aiuto di chiederlo, prima di trovarsi in situazioni da cui è difficile fare marcia indietro.

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