LA SOLIDARIETA’ ARRIVA DA DOVE NON SI IMMAGINA

Tutto è fermo, sale e piazze sono chiuse, ma i concerti ora si fanno e si ascoltano da casa.

Nel modo più inatteso arriva, la sera del 4 Aprile, il dono di un concerto virtuale da Noa, Achinoam Nini, la cantautrice israeliana, popolarissima e legatissima all’Italia. Ha deciso di donare un suo concerto per sostenere un crowdfounding del CESVI a favore dell’Ospedale di Bergamo, martoriato dalla attuale pandemia virale.

In tempi di lockdown non ci si muove da casa ed anche Noa organizza un concerto, anzi pare che lo improvvisi, dallo studio di casa sua. Noa ed il chitarrista, seduti nel salotto-studio mostrano sorridendo di mantenere anche lì, tra loro, la distanza di sicurezza di due metri. È un concerto acustico con la chitarra dell’immancabile Gil Dor, l’arrangiatore fedele, il Titano silenzioso che porta sulle spalle  il mondo musicale della grande cantautrice israeliana.
Il concerto si può riascoltare, e vale la pena ascoltarlo, anche se non si possiede un profilo Facebook.

Un auditorium casalingo

La sensazione è di essere accolti nel salotto della famiglia Barak. La sensazione è che dietro la porta alle spalle di Noa ci siano i suoi tre figli figli, a fare i compiti. E il carattere casalingo del concerto, la semplicità della scena domestica, l’apparente essenzialità degli apparati esalta ancor più la bellezza della musica.
È un incontro a tu per tu con la cantante che cita tutti queli che collaborano a quest’impresa. E non manca di citare perfino la grande esperienza di pace del “Parent’s circle” che invita gli ascoltatori a conoscere.

Il concerto

Il concerto inizia con una  commovente canzone inedita che dice: “Io voglio cantare una canzone d’amore per te (…) perché senza cantare non posso vivere…”. É lo struggente omaggio all’Italia di una canzone scritta appena due giorni prima da Noa. Poi, dopo la notissima  Mishaela, un set di canzoni del repertorio napoletano che pure con accento napoletano un po’ improbabile Noa interpreta splendidamente. Afferma che le canzoni napoletane sono “uno degli enormi contributi dell’Italia al mondo” e aggiunge con modestia “noi tentiamo di onorare queste canzoni al meglio”. E, con la classe di una grande interprete di questo repertorio, canta Santa Lucia, Era di Maggio, Alla Fiera di Mastr’Andrè con virtuosismi vocali, in quest’ultima, che introducono alla  novità del suo progetto più recente. “Letters to Bach” è un disco dello scorso anno prodotto addirittura da Quincy Jones. Noa prese 12 brani musicali tra i più noti di Johann Sebastian Bach coniugandoli con suoi versi, in inglese ed ebraico.
E con queste personali lettere a Bach forse il concerto tocca l’acme.

Donna e interprete

Noa non ci era mai parsa cosi brava come interprete. È perfetta nelle sua capacità interpretative ed ancora più straordinaria è la voce,  intonatissima sulle note di Bach ed a tratti anche virtuosistica. Persiste la sensazione che siano davvero cresciute le doti vocali della cantante e la sua maturità d’interprete.
Noa ci è apparsa sempre più come una grande donna; grande perché intelligentissima e insieme “normale”, di una normalità quasi carismatica.

Per chi scrive, l’ascolto in streaming del concerto si conclude a notte fonda.
Diverte addormentarsi cullando un ozioso amletico dubbio: è maggiore, in Noa, la bravura della grande cantante o la sua grande intelligenza di donna?

Roberto di Pietro