SOLIDARIETA’ CON BETLEMME

Con la vendita oggetti artigianali creati a Betlemme, le comunità del trevigiano sostengono la comunità cristiana del paese che ha dato i natali a Gesù

Anche quest’anno ci siamo messi in gioco, come Comunità di Conegliano, Vittorio Veneto e Pieve di Soligo, nel cercare di aiutare i nostri fratelli cristiani della Terra Santa, che sono di fatto una “minoranza nella minoranza”: sono pochi cristiani all’interno della minoranza degli  arabi palestinesi, che vivono in Israele e nei Territori Palestinesi.

L’Ufficio Centrale di Statistica Israeliano, poco tempo fa, ha dichiarato che in Israele vivono 177.000 cristiani, pari al 2% circa della popolazione totale.

Essi rappresentano le nostre radici e noi ci sentiamo in dovere di aiutarli, ancor di più oggi che la situazione economica è peggiorata a causa della nota emergenza sanitaria.

Per tutto il mese di dicembre, in occasione delle messe festive mattutine e serali, in Conegliano, Vittorio Veneto,  Cimavilla, Codognè,  Cimetta, etc..  , molti di noi si sono alzati presto e/o sono tornati a casa tardi, rimanendo talvolta per ore fuori della Chiesa (al freddo), per preparare le bancarelle con manufatti artigianali, religiosi e non, in legno l’ulivo, provenienti da  Betlemme. Abbiamo poi discretamente proposto tali oggetti ai vari fedeli che uscivano dalla Messa o a chi passeggiava in zona, al fine di raccogliere fondi da inviare a breve  in Terrasanta,  alle famiglie che più ne hanno necessità o per iniziative di dialogo, fraternità e pace in loco. Per queste attività ci aiutano i focolarini in Terrasanta e alcuni loro referenti sul posto, che condividono gli stessi ideali del Movimento.

Ogni giornata dedicata a questa attività, delle bancarelle di Betlemme, ci ha dato modo di conoscere belle persone, di sentirci uniti a tanti che volentieri si fermavano per acquistare, ma anche solo per parlare un po’ e aiutare; nonostante il freddo invernale, si sentiva tanto calore intorno a noi.

Il sacrificio fatto ci ha sempre ripagati e fatti tornare a casa contenti, sia per aver avuto l’occasione di aiutare, sia per aver avuto ancora una volta la prova che c’è tanta gente che fa del bene, che aiuta, che ha a cuore il prossimo.

Di fatto, noi e anche chi si è soffermato alla bancarella ha vissuto la famosa “regola d’oro”: facciamo agli altri ciò che vorremmo fosse fatto a noi stessi; cercheremo ora di continuare a viverla, sinceramente e concretamente, anche nel quotidiano.

 

Abbiamo chiesto ad un responsabile dell’Associazione Uomo Mondo, che porta avanti l’iniziativa, perché oggetti in legno d’ulivo?

Si dice che, nei secoli passati,” così ci rispondono “i monaci francescani abbiano insegnato a chi abitava nella odierna Terrasanta come creare a mano piccoli oggetti religiosi da vendere ai pellegrini cristiani, che lì arrivavano per seguire le orme di Gesù Cristo.  In particolare, con il locale legno d’ulivo venivano creati manufatti spirituali come croci, rosari, presepi, candele, scene bibliche, oggetti d’arte.

Ancor oggi a Betlemme continua questa antica tradizione ed esclusivi articoli religiosi e da regalo in legno d’ulivo essiccato in forno, realizzati da talentuosi artigiani palestinesi cristiani, continuano a simboleggiare lo spirito della Terra Santa. Da alcuni anni, l’adozione di tecniche moderne ha fatto sì che, solo in parte, l’artigianato del legno d’ulivo a Betlemme si sia evoluto in un’industria rispettabile.

Dal 2002 il Movimento dei Focolari, tramite l’Associazione Uomo Mondo ODV, di Treviso, ed i referenti in loco che condividono i principi dei focolarini (unità, amore al prossimo,…), aiuta, anche tramite le entrate che arrivano dalle bancarelle in Italia,  gli arabi cristiani, in passato numerosi in Palestina, ora una minoranza: essi sono culturalmente e socialmente aperti, attenti alle possibilità di dialogo, incontro e amicizia con ebrei e anche con musulmani, capaci di comprensione e costituiscono di fatto un elemento positivo che in molti casi evita il peggioramento della situazione.

Lo scopo del Movimento è stato quello di cercare di far vivere e diffondere la tensione alla fraternità, al dialogo e alla pace in loco, nonché di  rallentare l’emigrazione, creando diverse piccole opportunità di lavoro che abbiano un minimo di sostenibilità e non si riducano a mero assistenzialismo.

E proprio a Betlemme esisteva ed esiste ancora un buon tessuto di capacità e competenze artigianali, commerciali, imprenditoriali e nella gente c’è una forte volontà di lavorare per rimanere nella propria terra.

Con le nostre bancarelle aiutiamo quindi i cristiani di Betlemme , sia economicamente sia dando loro prova del nostro amore verso di loro.

Vale quindi sempre la pena aiutare quei pochi cristiani rimasti in Terra Santa che rappresentano le nostre radici !”