PACE AL LAVORO: Ho capito che dovevo essere ferma nella mia decisione ma che non potevo rompere il rapporto con lui

In ufficio i giorni scorsi mi sono trovata a dover proporre una nuova organizzazione del lavoro: per nuove determinazioni di legge un’attività portata avanti fino ad ora da un operatore si dovrà ora dividere su più addetti. Stava a me ora dare nuove disposizioni.
Ho proposto la nuova idea di organizzazione a chi di solito era abituato a lavorare da solo e ho trovato subito un atteggiamento di chiusura; il collega si sentiva poco valorizzato nel suo lavoro e si mostrava contrario a quanto da me proposto.
Ho capito che dovevo essere ferma nella mia decisione ma che non potevo rompere il rapporto con lui.
Abbiamo interrotto il nostro dialogo momentaneamente disturbati dalle persone che venivano a chiedere dei servizi.
Finito l’orario di sportello sono ritornata alla carica spiegando meglio quello che pensavo decisa di attuare il nuovo regolamento ma un po’ più aperta alla posizione della collega. L’ho ascoltata fino in fondo;  in realtà lui aveva capito la mia posizione ma mi proponeva un adattamento meno impattante e più graduale.
Così sono stata favorevole alla sua proposta oltre a fare il mio dovere avevo potuto salvare il rapporto con lui.

M.M.