STRAPPARGLI UN SORRISO QUANDO NON CE LA FA PIU’

Presto servizio nel laboratorio analisi di un ospedale. Questo periodo scatena un turbinio di emozioni e alcune realtà ti “stringono” il cuore.

L’emergenza ha spostato l’attenzione su tutt’altri problemi, ha cambiato equilibri, ha rivelato persone nuove nel bene e nel male. Ho riscoperto come ogni momento sia un dono. E’ un dono svegliarsi la mattina e mettersi al servizio del prossimo. E’ un dono quando gli addetti al servizio civile all’ingresso dell’ospedale salutano e ti augurano buona giornata. E’ un dono prendersi qualche minuto per bere un caffè. E’ un dono sorridere all’altro e strappargli un sorriso quando ti accorgi che non ce la fa più…

Ogni attimo mi chiedo come aiutare ad alleviare la tensione che ci accompagna da quando questa storia è cominciata. Poi un’ idea m’ è venuta. So lavorare un po’ all’uncinetto e, quasi per scherzo, ho riprodotto un coronavirus.

Quando l’ho portato al lavoro è piaciuto così tanto che, la dottoressa lo ha appeso sopra esclamando: “ecco lo scacciavirus”!

Il momento divertente ha sdrammatizzato e  fatto calare la tensione, tanto che altri mi hanno chiesto di averne uno da tenere nel loro ambiente e  lasciando anche  delle offerte a favore di bambini bisognosi.

C’è stata una specie di processione dalla segreteria alla ematologia dove lavoro per ringraziarmi. E’ stato un momento molto bello e per certi tratti anche commovente. Non potendoci abbracciare o baciare qualcuno mi ha inviato il bacio attraverso la mascherina, qualcun’ altro con le mani a forma di cuore. Il più commovente di tutti è stato senz’altro quello di una dottoressa che con gli occhi lucidi mi ha inviato un abbracciato forte.

G.