UN ALLOGGIO DECOROSO PER UNA FAMIGLIA DI RIFUGIATI

Le istituzioni si prendono carico delle problematiche relative ai rifugiati e il loro lavoro viene facilitato e maggiormente rispondente alle diverse esigenze con l’aiuto di volontari che operano nel terzo settore

A novembre una famiglia ucraina – mamma, figlia maggiorenne e figlio minorenne – fuggita dalla guerra, sono ospitati dai nonni in un vecchio bilocale umido e freddo senza impianto di riscaldamento con solo una stufetta elettrica malfunzionante.

Raccontano la loro situazione al Centro di Ascolto parrocchiale, chiedendo un aiuto alimentare e di aiutarli nella ricerca della casa.

La famiglia era già inserita nel programma per i profughi dall’Ucraina e contattiamo l’ufficio immigrati del comune per sollecitare un aiuto.

Intanto attiviamo il “passaparola” parrocchiale e in poco tempo arriva una stufetta elettrica ed una donazione di 100 € per i figli. In quella occasione abbiamo constatato la difficile situazione abitativa: una modesta cucina dove su un divano dorme il nonno; un piccolo bagno e un’unica camera matrimoniale.

La settimana prima di Natale la comunità parrocchiale prepara un incontro per lo scambio di auguri con tutti i popoli presenti nel quartiere per un momento di fratellanza, riflessione, preghiera ed infine con un rinfresco conviviale. A questo incontro partecipano la nonna e la mamma con il figlio di otto anni che manifesta la paura della guerra e il desiderio di pace.
La Vigilia di Natale, ritenendo opportuno manifestare anche concretamente la nostra vicinanza a questa famiglia, doniamo un abbondante cesto natalizio come comunità.
Sorprendente è stato rivedere la mamma con la figlia più grande in chiesa alla Santa Messa della vigilia.  Dopo la celebrazione nello scambiarci di nuovo gli auguri, ci hanno confidato che sono ortodosse ma contente di aver partecipato e pregato con noi.

Verso metà gennaio telefoniamo in Comune per sollecitare la soluzione di questa emergenza.
A fine mese ci telefona la nonna preoccupata per la salute di tutti: l’ambiente dove abitano non è salubre. La stessa mattina ci facciamo vivi direttamente alla Protezione Civile che assicura di dare notizie entro pochi giorni. Il pomeriggio stesso ci viene comunicato che è stato trovato un alloggio adeguato in un’altra provincia.