DISUNITÀ NAZIONALE

Il balletto dei partiti che cercano in tutti i modi di scaricare sugli altri le colpe del tracollo del governo di unità nazionale è troppo spesso avanspettacolo

Da cittanuova on line

Anche chi non è un gran patito della politica in versione televisiva, dei talk show dove ogni giorno diminuiscono le parole usate dai partecipanti, in questi giorni ha dovuto cedere: davanti allo schermo ci siamo andati in tanti, il bene comune ci interessa. Ma lo spettacolo non è stato dei migliori. Se la televisione popolare, si dice, ha un vocabolario che normalmente fluttua tra le quattro e le cinquecento parole, in questi giorni sembra che tale patrimonio lessicale stia per subire un altro duro colpo, scendendo a due o trecento parole. Chissà cosa avrebbe detto il linguista Luca Serianni che ci ha appena lasciato per uno sciagurato incidente…

Stucchevole, per una qualsiasi persona dotata di senso critico, è stato lo spettacolo dei voltafaccia, delle miserie, delle accuse, delle parolacce, degli addii, delle chiamate in battaglia, delle inconfessate voglie di non perdere il seggio a Montecitorio o a Palazzo Madama.

Intendiamoci, non tutti hanno mostrato i lati peggiori della tavolozza delle reazioni possibili, tutt’altro. C’è chi ha saputo dare risposte plausibili, condivisibili e razionali, usando il congiuntivo o il condizionale correttamente; c’è stato pure chi s’è azzardato addirittura a dare del “legittimo” a posizioni opposte alla propria, considerando che poi, alla fine, gran parte dei contendenti saranno di nuovo seduti fianco a fianco nella stessa aula del Parlamento. continua a leggere