UN ATTO GRATUITO PER AMARE PERSONE SCONOSCIUTE

Decidere di lavorare oltre l’orario previsto, anche se non retribuito, per non far ricadere a terzi la disorganizzazione dell’ufficio

Sto vivendo un periodo impegnativo:  tanto lavoro arretrato da sbrigare. La direzione ci propone di rinunciare alle ferie per poter completare questo surplus.

La mia prima reazione è  di rabbia.  Sono mesi che si sa che questo lavoro deve essere concluso entro l’anno e come sempre si aspetta l’ultimo secondo. Prima ci dicono che dobbiamo programmare le ferie perché non possiamo averne troppe di residue e poi se possiamo rinunciare.

Mi sento un po’ in conflitto sul da farsi. Lì per lì decido di rinunciare alle ferie pensando che tutte noi colleghe avremmo fatto questa scelta; invece no.

Sto lavorando sia in smart working che in presenza in ufficio. Quando lavoro da casa non mi vengono riconosciute le ore lavorate in più. Un giorno avevo parecchie autorizzazioni da inviare, ma avevo terminato il mio tempo lavorativo. Mi chiedo cosa è giusto fare. Ci penso un attimo e decido di continuare a lavorare. Delle persone stanno attendendo questi documenti e la mancata organizzazione dell’ufficio non può ricadere su di loro. Mi sento nella pace perché è stato un atto di gratuità ed un’occasione di amare quelle persone a me sconosciute.