Time to Change: è l’ora di agire. Giovani protagonisti di una nuova cultura del dare
«È ora di cambiare, di fare, di agire». Con questa convinzione nasce Time to Change, un progetto che vuole aprire le comunità dei Focolari al territorio, metterle in rete con associazioni e realtà sociali locali, per educare ragazzi e giovani alla cultura della vita, della solidarietà, del dialogo e del rispetto.
L’invito è chiaro: uscire dalla propria stanza, dalla comfort zone, dall’autoreferenzialità. Entrare in nuove dinamiche sociali significa offrire ai giovani l’opportunità di una buona socializzazione, in cui crescere come cittadini consapevoli e solidali.
“O taci, o agisci”: il valore del protagonismo.
Un antico motto recitava: «O taci, o agisci!».
Se non posso cambiare una situazione, smetto di parlarne; se posso, agisco. E ancora meglio del “posso”, oggi, è dire “voglio”.
Time to Change incoraggia giovani e adulti a cambiare il proprio sguardo, a “indossare gli occhiali degli adolescenti”, guardando la realtà insieme a loro. Vuol dire creare gruppi, iscriversi al progetto, pianificare azioni in modo partecipativo e sviluppare il protagonismo dei ragazzi attraverso sei verbi-chiave: osservare, pensare, coinvolgere, attuare, valutare, festeggiare.
«Ci interessa – spiegano Gabriele Bardo e Cristiana Formosa, co-responsabili del Movimento dei Focolari in Italia e Albania – avviare nelle comunità un percorso continuativo insieme alle nuove generazioni, valorizzando i talenti di insegnanti, catechisti ed educatori, e lasciando spazio alla creatività».
L’idea guida è antica ma attualissima: «C’è più gioia nel dare che nel ricevere». Una legge di vita che genera benessere personale, comunitario e sociale.
Una generazione pronta a incidere
Durante la trasmissione In Cammino su TV2000, la diciottenne Emma Bricco (Arcore) ha raccontato l’impatto di Time to Change: «Il progetto ci offre le parole giuste per comprendere ciò che vediamo nelle nostre città, per agire e accompagnare chi è nel bisogno».
Ogni squadra sceglie uno degli otto sentieri del progetto, in base ai bisogni del territorio. E spesso bastano gesti semplici per avviare cambiamenti reali. «Si crea un ponte tra le regioni d’Italia – continua Emma –: amici a Genova aiutano i migranti a Ventimiglia, altri a Torino puliscono parchi pubblici. Questo modo di relazionarmi mi fa sentire cittadina del mondo».
È una generazione che vuole lasciare il segno, capace di trasformare piccoli gesti in semi di futuro per cambiare la storia della propria città. E si è già cominciato.
Il progetto prende forma: esperienze dal territorio
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