SORRIDERE CON GLI OCCHI

Speravo che mi cancellassero l’esame della risonanza magnetica perché anche in quell’ospedale i pazienti con il Coronavirus sono già tanti e l’idea di andarci mi spaventa un po’. Ma virus o no, l’Oncologia non cancella la visita: il cancro deve essere tenuto sotto controllo. Così armata di mascherina, guanti, autocertificazione, sostegno delle amiche e coraggio… vado. 

L’ambiente di solito affollato, è la fotografia della realtà di questi giorni: quasi tutto vuoto. Anche il signore senza tetto che di solito, silenzioso, attende qualche monetina nei pressi del parcheggio oggi non c’è. Ormai ci salutiamo sempre, anche solo con un buon giorno e a volte un euro. Passando davanti alla panchina vuota dico una preghiera per lui sperando che sia al sicuro. 

La cappella è aperta, un sollievo poter entrare, salutare Gesù e affidargli tutti i pazienti e il personale, sapendo che Lui è accanto a ciascuno di noi. Prima di salire, iniziano i controlli: un infermiere con il camice protettivo mi interroga a fondo, mi misura la temperatura e mi porge una mascherina. Lo ringrazio di cuore e gli faccio gli auguri perché sia al sicuro. Sorride e ringrazia: un nodo di fraternità si è stretto anche con lui. In sala d’attesa dell’oncologia guardo uno ad uno i pazienti sorridendo. Non servono parole fra di noi, ci capiamo, stiamo combattendo tutti la stessa battaglia. Vedo volti stanchi, preoccupati e cupi più del solito. Il coronavirus aggiunge un’altra dimensione di paura oltre alla preoccupazione con cui conviviamo. Inoltre dobbiamo presentarci da soli questa volta, non ci sono mogli, mariti, figli a tenerci compagnia. 

Mi accorgo improvvisamente che non possono vedere il mio sorriso e per un momento mi sento persa: manca l’unico modo possibile di comunicare con loro! Abbraccio anche questo ostacolo con un ‘sì’ nel cuore, e penso che … mi rimangono gli occhi! Così invece di chiuderli durante l’attesa, guardo ciascuno con tutto l’amore che ho e prego affidandoli a Qualcuno di più grande che ha sperimentato l’Abbandono per ognuno di noi.

“Tutto vince l’amore “. Allora un grazie sottovoce, un buongiorno, un augurio, un arrivederci, un “forza ce la faremo”. Ancora un lasciare il posto ad un signore agitato o ringraziare chi, a fatica, mi fa il prelievo: sono tutti momenti per seminare amore. 

Non saprò i risultati dell’esame per alcune settimane, ma sento già i risultati dentro di me. Nodi di fraternità, di reciprocità costruiti con un sorriso trasmesso con gli occhi, mi dice che la resurrezione è già qui. Ho la pace dentro ed il parcheggio non mi sembra più vuoto. Ora, i volti di coloro che ho incontrato lo popolano.

Maria Luce